Biblioteca Affori

Biblioteca Affori

La storia della biblioteca in Villa Litta

La biblioteca venne inaugurata il 10 dicembre 1962 all’interno del Centro civico di Villa Litta, per volere della prima giunta di centro-sinistra insediatasi nel gennaio del 1962. Nello stesso anno si costituì, infatti, una commissione per la programmazione urbanistica con Aldo Aniasi come presidente che invitò a partecipare Renato Pagetti, un bibliotecario. Alla fine degli anni ‘50 la periferia milanese era terra di conquista della speculazione edilizia e la programmazione intese porvi rimedio mirando all’autosufficienza di zona, almeno nel settore dei servizi, considerando la biblioteca come servizio indispensabile, collocandola subito dopo la chiesa.

Se a fine anni ‘50 le Biblioteche Rionali in città erano 19, negli anni ‘60 vennero aggiunte altre 12 biblioteche, per un totale di 31 tra punti prestito e rionali. Oltre ad essere sala di lettura, la biblioteca Affori fin dall’inizio è stata un punto prestito interbibliotecario collegato con il servizio della Centrale, la biblioteca Sormani. Poteva servire dai 20.000 ai 30.000 abitanti, l’orario di apertura andava dalle 13 alle 23. La biblioteca Affori era (e lo è ancora) una biblioteca rionale con sede autonoma, circondata dal verde, dotata di un deposito capace di contenere dai 10.000 ai 30.000 volumi (nel 1962, oggi 35.000) e almeno una sala per la consultazione in sede, trasformabile, all’occasione, in sala per conferenze.

Nell’inverno del 1963, grazie ai primi piccoli stanziamenti per le attività culturali decentrate, la biblioteca Affori ospitò un concerto tenuto dal pianista Alberto Colombo, seguito qualche mese dopo da un programma di musica da camera dell’orchestra dei Concerti del Politecnico diretta da Claudio Scimone. Venne così inaugurata una tradizione di programmi musicali che proseguirà negli anni portando in periferia musicisti spesso ottimi con buoni risultati di pubblico. Alle iniziative musicali si affiancarono poi le mostre d’arte. Tutto ciò permise di realizzare (la biblioteca Affori con le altre biblioteche di periferia) lo scopo per il quale erano state costruite ovvero quello di contrastare il deserto culturale e civile della periferia.*

In quale contesto nasce la biblioteca Affori?

Per prima cosa bisogna immaginare il Parco di Villa Litta con un cartello di divieto d’accesso! Verrà inaugurata la nuova apertura in data 18 maggio 1958.**

E sì! Bisogna pensare che l’accesso fino a quel momento era vietato. Il Parco di Villa Litta, infatti, per anni ha versato in condizioni pessime (il Comune acquisisce la proprietà nel 1927, per quasi due decenni parte dell’edificio e delle sue pertinenze vennero usate come ricovero per senza tetti, accelerando il degrado già in atto e facendo sì che la Villa fosse depredata degli arredi e del patrimonio artistico).***

“Poco dopo l'acquisto, circostanze che usiamo dire contingenti, fecero sì che nella villa trovassero ricetto gli “sfrattati”. Tale disposizione doveva essere provvisoria; ma il fatto è che dura tuttora; ed è pure una realtà doppiamente dolorosa questa: che, per ciò il parco, chiuso da recinti di fortuna (ironia delle parole), è precluso a chiunque, e deperisce. Peggio: è stato di recente occupato da baracche, poi che le impalcature lignee del palazzo cadono in rovina, e gli “sfrattati” devono pure avere ricovero poco dopo l’acquisto...****

“Con precedenti di tale fatta, diventa una notizia da "choc" quella che un biglietto d'invito del Comune aveva diffuso in questi giorni: domenica 18 maggio, alle 16.15, con breve cerimonia verrà aperto al pubblico il ripristinato parco di Villa Litta in Affori. E la breve cerimonia si è appunto svolta ieri. Vi hanno partecipato, col Sindaco, la Giunta comunale e un folto pubblico, nonché la Banda d'Affori. Attorno alla quale la folla ha ascoltato il Sindaco, che ha detto dei lavori in corso alla Villa, e della delegazione comunale che vi troverà sede. Il bellissimo parco, che si era un po' inselvatichito ed è stato riassettato, misura 800.000 metri quadrati, ha alberi secolari - un platano magnifico s'innalza oltre i 40 metri - praterie in dolci ondulazioni, boschetti. Il paesaggio, all'inglese, ha un ampio respiro romantico. Avranno da goderselo intanto i cittadini di Affori, che sinora si erano visti inibire il passo da un cartello di divieto. Quel cartello è stato ormai tolto dal cancello d’entrata”*****

“Gli inizi degli anni Cinquanta dello scorso secolo videro la villa ed il parco versare in totale abbandono, fino a quando il Comune di Milano non provvide al ripristino di questo elegante ritrovo della mondanità del Settecento milanese, affidandone il restauro all'architetto Egizio Nichelli, del proprio Ufficio Tecnico, a cui erano stati affidati importanti lavori di recupero, progetto e ristrutturazione di edifici pubblici della città, a partire dalla fine degli anni Quaranta. I lavori di restauro furono eseguiti tra il 1955 e il maggio 1958, quando il parco venne riaperto al pubblico. L'architetto Nichelli, si preoccupò, anzitutto, che gli impianti tecnici e le condutture moderne risultassero visibili, in modo che le esigenze funzionali dei servizi comunali destinati ad avervi sede non contrastassero con la parte di rilievo artistico dell'edificio. Quindi, gli uffici che richiedevano istallazioni particolari furono disposti in locali non di interesse artistico o che avevano dovuto essere comunque ricostruiti perché disastrati. In alcuni locali minori del corpo della villa furono collocati un presidio dei Vigili Urbani e altri servizi comunali, mentre il salone d'onore al primo piano, e le sale adiacenti ospitarono, a partire dal 1962, le sale di lettura della biblioteca rionale; in esse si ripete la stessa fastosa decorazione sei-settecentesca"******


 Rassegna stampa


E poi ancora:

“Affori è uno dei Comuni aggregati, e adesso sta per riacquisire una certa autonomia amministrativa, per così dire. Avrà cioè la sua delegazione comunale, e nella villa si insedieranno alcuni servizi comunali decentrati: quello di Stato civile, quello di assistenza sanitaria, e il presidio della Vigilanza urbana. Questa destinazione, a proposito, non la si può certo salutare come l'ideale per una villa patrizia. Ci sono dei saloni di una sontuosa eleganza, c'è anche una deliziosa cappelletta tutta affrescata, son venuti alla luce soffitti e cassettoni decorati in modo egregio. Vederci sistemati uffici e schedari e tavoli in quel polveroso squallore che sempre finiscono con l'assumere gli uffici consacrati alle scartoffie e alle certificazioni pubbliche non è una bella prospettiva. C’è da rallegrarsi comunque che l’edificio non subisca adattamenti strutturali e che gli ambienti ritrovino, laddove è rintracciabile, la loro signorile fisionomia. E che nel Salone d’onore, fastosamente decorato, al primo piano, con affreschi in ottimo stato, verrà alloggiata la sala di lettura della biblioteca rionale; quanto dire che questo ambiente almeno, con la sua vista sul parco, avrà un uso consono al suo merito. In un fabbricato attiguo alla villa - quello delle ex-scuderie - verrà poi insediata la scuola giardinieri, istituzione di cui Milano ha bisogno. Si può dire che l'architetto, Egizio Nichelli, progettista del restauro e direttore dei lavori, sia stato ispirato da due criteri. Anzitutto, quello di ridare all'edificio la struttura e il volto più genuini, senza che i nuovi impianti tecnici e le condutture risultassero visibili. E in secondo luogo, far sì che le esigenze di sistemazione degli uffici e dei servizi non contraddicessero la reviviscenza artistica del monumento. I reparti che richiedono installazioni particolari sono stati posti nelle ali dell'edificio, là dove i locali o non hanno pregio alcuno, o hanno dovuto essere rifatti di sana pianta perché devastati.”*******


 Fonti consultate

* “Il diritto di leggere – Il Comune di Milano e la pubblica lettura dal 1861 ad oggi” a cura di Andrea Martinucci pagg 64-73 e “Le biblioteche: tutta un’altra storia” a cura del Sistema bibliotecario milanese;
** “Nel parco di Villa Litta libero accesso al pubblico” Corriere d’informazione in Corriere Milanese - Lunedì-Martedì 19-20 maggio 1958
*** Lo spazio la storia, la cultura: Villa Litta ad Affori – tesi di Laurea di Mariagrazia Nobile
**** La Villa di Affori di A. Annoni, 1953
***** “Nel parco di Villa Litta libero accesso al pubblico” Corriere d’informazione in Corriere Milanese - Lunedì-Martedì 19-20 maggio 1958
****** Lo spazio la storia, la cultura: Villa Litta ad Affori – tesi di Laurea di Mariagrazia Nobile
******* “Nel parco di Villa Litta libero accesso al pubblico” Corriere d’informazione in Corriere Milanese - Lunedì-Martedì 19-20 maggio 1958.