Anna Maria Ortese (Roma, 1914 - Rapallo, 1998)
"Lo stile di Anna Maria Ortese si caratterizza per il suo sperimentalismo, per la sua costante ricerca estetica, senza cedere alla tentazione di una forma ermetica o eccessivamente avanguardista.
L’isolamento e la solitudine patiti lungo tutta la sua esistenza, insieme alle umiliazioni e ai lutti, nella vita privata come in quella letteraria, ne fanno un personaggio difficile e per tanti versi scomodo, capace di critiche e posizioni molto dure, in un paese in cui la vita intellettuale è sempre stata caratterizzata dallo schieramento ideologico.
È sempre stata una donna scomoda, nonostante bramasse di essere riconosciuta come letterata, visto che aveva fatto della scrittura il suo scopo nella vita, allo stesso tempo sapeva di appartenere agli ultimi, i poveri, i disadattati. Della sua solitudine non era una vittima, ma artefice: diceva di essere una persona antipatica e se ne infischiava dei circoletti letterari, dei salotti, delle apparizioni pubbliche" ( fonte: https://www.unadonnalgiorno.it/anna-maria-ortese/)
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