TUTTI I PERCORSI
Sciascia. Cinema d'amore e disamore
Il cinema per Sciascia è stato lo strumento di iniziazione che ha nutrito l’immaginario del suo stile letterario e dato vita ad una passione inesauribile, seppure la sua lucidità critica gli ha consigliato di ridurre la frequentazione delle sale, prendendo posizioni intransigenti su cineasti consacrati. In questa storia d’amore e disamore, lo scrittore ha assistito con un certo distacco anche ai film tratti dai suoi romanzi. Ma lo attendeva un lieto e malinconico epilogo. (Guarda il percorso virtuale).
“Nella mia famiglia la creatività era considerata come qualcosa di assolutamente normale…. legata allo scorrere della vita…”. Con queste parole Bernardo Bertolucci inquadra alla perfezione l’habitat in cui si è nutrito, con Attilio, padre affettuoso e ingombrante, poeta tra i più importanti del Novecento e critico cinematografico; il fratello minore Giuseppe anche lui regista cinematografico di valore, e due case: quella di Roma e quella delle vacanze a Casarola nel parmigiano, governate dalla madre Ninetta e frequentata da amici quali Gadda, Zavattini, Bassani, Luzi, Sereni, Pasolini. La vetrina che incrocia la poesia e il cinema, usciti dalla fucina creatrice della famiglia Bertolucci, è anche un omaggio a Parma che quest’anno è meritata capitale della cultura in Italia, ma da sempre è emblema di una provincia colta e curiosa, lenta e laboriosa, scrigno di virtù insospettate che si combinano alla perfezione con un’esemplare qualità della vita.
Stravinsky. La musica da vedere
Cinquant’anni or sono veniva a mancare Igor Stravinsky che, in uno dei suoi fulminanti aforismi, destinava la sua musica ad un’emozione in grado di unire l’ascolto alla visione. Per offrire ai nostri utenti questa esperienza molteplice, la vetrina “Stravinsky, la musica da vedere”, espone una selezione di cd/dvd con opere dell’autore russo e una mostra di copertine scelte tra quelle dei vinili appartenenti alla nostra collezione. Tantissima musica da prendere in prestito e “da vedere”, magari con i propri bimbi e con gli animali domestici che, secondo un altro dei fulminanti aforismi di Stravinsky, sono i più adatti a comprendere la sua musica.
Nel quadro del suo linguaggio e della sua estetica, il cinema italiano ha saputo assolvere ad un importante compito di denuncia e documentazione che ne ha sottolineato il valore civile. Le diverse coniugazioni con cui i cineasti hanno affrontato il tema della legalità passano dalla finzione tout-court alla ricostruzione di precisi avvenimenti, affrontati sia con sceneggiature create ad hoc, sia con approfondimenti esclusivamente documentari. A conclusione degli incontri della rassegna Tempo di Legalità 2021, la Biblioteca presenta una selezione di film attraverso cui ricordare, imparare, riflettere su alcuni dei fatti in cui la tenacia nella difesa della legalità ha combattuto ingiustizie e delitti di tutti i generi.
I tempi del Titano. Beethoven. Il ragazzo, l'uomo, il genio
Chi meglio di Beethoven poteva meritarsi questo impegnativo soprannome di origine mitologica? Il compositore di Bonn rappresenta infatti l'incarnazione della forza d'animo indispensabile per superare qualsiasi avversità. Questa fermezza inossidabile unita alla prodigiosa ispirazione musicale convergevano in un uomo libero ed entusiasta per gli ideali dela Rivoluzione Francese, esplosa quando lui aveva 19 anni. Si stavano gettando le basi per un mondo nuovo mentre Beethoven stava ideando una musica nuova. I tempi del Titano racconta, attraverso una selezione di film e cd, proprio quell'ambiente fecondo in cui stava sbocciando l'epoca moderna. (Guarda il video)
Bere, mangiare, raccontare. Il cibo nella scrittura cinematografica
Nelle sceneggiature cinematografiche in cui il cibo assume un ruolo centrale, oltre a dimostrarsi il celebre aforisma di Feuerbach secondo cui l’uomo è ciò che mangia, la narrazione si estende a temi sociologici, di costume, toccando anche le questioni patologiche che possono manifestarsi da un rapporto problematico con l’alimentazione anche per quel che riguarda l’abuso di alcool. Non solo commedia dunque, ma anche deriva drammatica.
La classe smarrita. Sceneggiature sul lavoro contemporaneo
Con toni che secondo varie sfumature vanno dal dramma alla commedia, le filmografie dei vari paesi fanno emergere le affliggenti questioni della precarietà, della perdita dei diritti, della delocalizzazione e della disoccupazione. Ma il comune denominatore che sembra legare i diversi punti di vista, riguarda lo smarrimento di una classe sociale che un tempo, anche relativamente recente, faceva della sua unità la sua forza: erano i tempi in cui alla conquista dei diritti e alla difesa dell’occupazione, corrispondeva un benessere diffuso sia per gli stessi lavoratori che per le altre classi.
Controcultura USA 1964-1974
Un momento chiave per il ripensamento della funzione del cinema nella società avviene quando una nuova generazione di cineasti statunitensi contesta i modelli culturali dell’industria cinematografica hollywoodiana. Le loro pellicole puntano ad una narrazione della società dove sono sottolineate le sue contraddizioni, in contrasto con i meccanismi ormai anacronistici che si fondavano su elementi rassicuranti. Il lavoro dei nuovi registi riflette quindi la presa di coscienza culturale che attraversava gli Stati Uniti nella decade 1964-1974 e che è conosciuta come controcultura, non solo nella poesia, nella letteratura e nel cinema, ma soprattutto nella musica.
L'estetica del Nord. Il cinema e il cinquantennale della casa discografica ECM
Il cinema scandinavo, soprattutto danese e svedese, deve molto a Kierkegaard, uno tra i pensatori più conosciuti e celebrati dal Nord, che attraverso il suo uso, spasmodico e costante, della metafora e della maschera, ha assottigliato la distanza tra il vero storico e la finzione. In questo senso, fare i conti con Kierkegaard è apparso a molti registi nordici, un passaggio obbligato per presentare personaggi dalla coscienza inquieta, le cui esistenze vagano come ombre tra temi filosofici quali il rapporto tra la tra ragione e fede, tra vita e morte, tra pathos e scelta.
Il giardino degli altri: latinoamerica, sogni e saccheggi
L’infelice teoria sancita dalla Dottrina Monroe, prevedeva nella terza decade dell’800 la supremazia degli Stati Uniti rispetto il continente sudamericano, considerato come un “giardino” dove esercitare qualsiasi tipo di ingerenza. La storia ci ha insegnato che la situazione non si è del tutto risolta e in diverse circostanze ha consentito e appoggiato dittature funzionali, alcune delle quali tra le più efferate del XX° secolo. Nonostante questa contingenza vessatoria, i popoli nativi hanno continuato a sognare attraverso una creatività inesauribile, nella poesia, nella letteratura e non di meno nel cinema.
Il muro. La Germania da Fassbinder a Stockhausen
Il 9 novembre del 1989 è la data in cui, al culmine di imponenti disordini, il muro di Berlino è stato demolito, concedendo agli abitanti del settore Est di superarne i varchi per approdare alla parte occidentale della metropoli. La vetrina riflette su questa ricorrenza trentennale, includendo film realizzati durante l’epoca della Guerra fredda che è stata responsabile della divisione di Berlino. Pellicole che non coincidono soltanto con episodi strettamente legati a quell’innaturale divisione, ma sono la narrazione di un’epoca delicata, sia vista dalla cinematografia tedesca, con importanti registi quali, tra gli altri, Fassbinder, Von Trotta, Wenders, Herzog, che da cineasti di altri paesi interessati a quella vicenda dolorosa sotto diversi profili e fino ai giorni nostri.
Il privilegio del re. Cinema e censura, ieri e oggi
La notte del 10 maggio 1933 fu particolarmente dolorosa per la libertà di pensiero che ha sempre animato l’esercizio della letteratura, del giornalismo, della saggistica e della scienza. In quella data si consumò, a Berlino e nelle principali città tedesche, il celebre rogo dei libri che è stato uno dei più radicali episodi di censura della storia moderna. Alle sue forbici non sono sfuggite le opere cinematografiche, ma il cinema è stato anche uno strumento per documentare lo scempio di quello che Richelieu ha nominato “privilegio del re”, raccontando come questo sopruso non appartiene solo al passato ma è tutt’ora attivo in molti paesi del mondo.
Cineasti milanesi
Se Roma è riconosciuta come la città italiana che ha un inequivocabile primato nella produzione e realizzazione cinematografica anche per via degli studi di Cinecittà, Milano ha contribuito allo sviluppo produttivo ed estetico del cinema dando i natali ad un nutrito numero di registi di altissimo profilo. Sorprese!
Fino all'ultimo respiro. Cahiers du Cinema & Nouvelle Vague
Quando Alexandre Astruc scriveva il saggio “Naissance de un nouvelle avangarde”, pubblicato su L’écran nel 1948, non immaginava che in quel testo venisse embrionalmente teorizzato ciò che undici anni dopo avrebbero realizzato gli autori di riferimento della Nouvelle Vague. Esaltando il lavoro di maestri europei confinati a un ruolo marginale dall’industria cinematografica, questi giovani sperimentatori iniziavano a esprimersi con una visione realista che si concedeva di abbandonare la linearità del racconto; finalizzando pellicole a basso costo e con un maggiore contenuto culturale. Le loro realizzazioni sarebbero diventate opere di culto.
Registe italiane di ieri e di oggi
Il costume e il patrimonio culturale del nostro paese, visti al femminile, vengono rivisitati attraverso i prodotti di un cinema che non sempre è conosciuto e pienamente valutato. Nonostante l’ennesima e sottile questione di genere sembri anche in questo caso irrisolvibile, la qualità delle registe è riuscita a conquistate uno spazio sempre più consistente, coltivato con sensibilità e creatività sin dall’epoca pionieristica del cinema muto.
Il cinema scopre l'Italia
Il Bel Paese offre alla macchina da presa una infinita serie di suggestioni che possono attingere da uno straordinario repertorio paesaggistico e dalla bellezza dei nostri agglomerati urbani, dal più minuscolo dei borghi alla più caotica metropoli. Il cinematografo ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nell’immergere gli spettatori in questa meravigliosa continuità estetica tra natura e cultura, facendo scoprire angoli sconosciuti o accendendo il desiderio di ritornare in luoghi amati.
Estate
Seppure di sovente inquadrate in un paesaggio diverso da quello metropolitano o più semplicemente urbano, non sempre le storie estive raccontate dal cinema accompagnano gli spettatori nel clima vacanziero che coincide con le aspettative di svago promesse da questa stagione. I film selezionati per questa vetrina suggeriscono come la fantasia degli sceneggiatori si sia spinta fino al cuore del dramma, del thriller, dell’indagine sociale, proponendo uno sguardo focalizzato su vicende umane che solo incidentalmente sono ambientate in estate. Se mai, gli autori meno inclini a raccontare in tono di commedia, hanno sottolineato proprio il contrasto tra l’idea preconcetta di estate, con la sua serenità, il suo agognato riposo, la sua quiete celeste o i suoi viaggi più o meno avventurosi, e l’idea che anche in questo periodo solare, le insidie del contrattempo, del dolore e del male possono manifestarsi improvvisamente.
Isole
Le isole sono state il locus amoenus o il luogo sognato del ritorno, quello magico dell’incontro, quello claustrofobico della prigione, ma anche il quello dell’utopia e della distopia, della felicità e del dolore, rappresentando un mito antico quanto la letteratura. Il loro fascino ha coinvolto facilmente il cinema che le ha immaginate come teatro naturale di scenografie meravigliose, ma anche come ambiente di una condizione sentimentale ed esistenziale che ha ispirato sceneggiature del più vario genere. Il florilegio di pellicole in DVD esposte nella vetrina, documenta la varietà di approdi che questo soggetto ha offerto alle cinematografie di tutto il mondo.
New York New Yorkers. Caleidoscopio dalla Grande Mela: registi, attori, musicisti, danzatori…
New York non è solo uno dei più suggestivi set a cielo aperto che ha ispirato cineasti e incantato il pubblico. La Grande Mela è anche stata la metropoli in cui sono nati registi, attori e attrici che sono diventati icone mondiali. E tra questi new yorker ci sono nomi sorprendenti!
Parthenope: la città teatro
A partire da Louis e Auguste Lumière che nel 1898 scelsero di girare a Napoli il loro unico, breve quanto toccante documentario riguardante una città italiana, l’arte cinematografica è stata precoce protagonista nella vita culturale della città. Qui, produttori, attrici, attori e registi sono proliferati, documentando la straordinaria vitalità umana dei partenopei. La loro innata teatralità si avvantaggia sposandosi ad una scenografia architettonica e paesaggistica, particolarmente propizia a incorniciare nel più poetico dei modi ogni genere di vicenda ambientata nella città vesuviana.
Anni ruggenti. Storie dall’età del jazz
Dimenticare le ferite della Grande Guerra accese il desiderio di gioiosa spensieratezza che ha animato gli Anni Ruggenti destinati a tramontare con la grande crisi economica del 1929. Musica, feste, balli, hanno accompagnato in questa epoca una società che si stava rapidamente trasformando proiettandola nei ritmi di una massiccia espansione industriale, rivoluzionandone usi e i costumi. Questo fenomeno sociologico ha trovato eco nella letteratura e nel cinema che sarebbe diventato sonoro nel 1927, con la proiezione de Il cantante di Jazz. E proprio il ritmo sincopato del Jazz sarà la colonna sonora di questo effervescente periodo storico, protagonista nei musical, nell’editoria musicale, nella crescente diffusione radiofonica, nelle colonne sonore cinematografiche.
British. Thriller, spy & rock
Con l’emblematica compostezza che contraddistingue il carattere british, la cinematografia inglese ha dato un contributo di insuperabile qualità alle pellicole di genere che sono orientate nei filoni del thriller e dello spionaggio. Un primato che ha origini nella letteratura anglosassone, e non solo in quella popolare di personaggi come Sherlock Holmes o Agata Christie, ed ha un’icona irraggiungibile come Alfred Hitchcock.
Eroine all'Opera. Madama Butterfly... e le altre
Queste figlie della fantasia dei librettisti d'opera ubbidiscono alla devozione verso lo stereotipo della “solita forma”, tratteggiando drammaturgie dove le loro figure ricoprono immancabilmente il ruolo di fulcro intorno al quale ruota la vicenda che ne coinvolge le imprese. I comportamenti di queste prime donne testimoniano la loro attitudine ad essere guidate irrazionalmente dagli istinti, in un'aura eroica descrivibile dove si incontrano e si alternano, passione e ideale, dolore e tragedia, perdono e vendetta, rassegnazione e sfida, seduzione e inganno. Le protagoniste delle opere in DVD esposte nella mostra “Eroine all’Opera”, testimoniano con eloquenti gesti musicali, l’appartenenza ad uno di questi prototipi di vocalità, evolutasi dalle coloriture rossiniane agli sviluppi del belcantismo, dal fraseggio legato verdiano al sillabico wagneriano, dalle pronunce veriste fino agli estremismi contemporanei.
Il mondo a sei corde: cover graphic dal fondo Bruno De Filippi
Bruno De Filippi, compositore e soprattutto chitarrista di fama internazionale ha donato una importante collezione di vinili che svela l’amore per il suo strumento e per i colleghi che lo suonano da provetti jazzisti. L’esposizione di una selezione di copertini riguardanti questi vinili, oltre a sintetizzare le passioni musicali di De Filippi, documentano la preziosità del lascito, grazie a diversi pezzi rari e ambitissimi dai collezionisti. Un’attrattiva carrellata grafica dove si esprimono varie tecniche, disegni, fotografie, elementi grafici, anche combinati in formule originali che hanno un piacevole risultato estetico.
Morricone 88. La magia della musica in simbiosi con il cinema
I 66 film che figurano in “Morricone 88” sono stati suddivisi in undici aree tematiche, che spaziano dagli esordi alla stagione degli “spaghetti western”, dai thriller alle tematiche sociali, dai grandi premi internazionali alle opere ispirate dalla letteratura. Una nutrita selezione, quindi, tratta dalle oltre trecento colonne sonore che Ennio Morricone ha ideato per il cinema, conquistando un pubblico trasversale e dedito alle più svariate abitudini d'ascolto. Un successo che ha trasformato l'autore in un'autentica “pop star”, le cui musiche sono entrate a far parte del costume e del patrimonio culturale condiviso del nostro Paese.
Agente 007: tutti i film in edizione rimasterizzata
Cannes, mon amour! Immagini e film dalla croisette
La conclusione della settantesima edizione del Festival di Cannes, è stata l’occasione per rimemorare quelle pellicole che, nel corso della storia di questa gloriosa manifestazione hanno conquistato premi significativi. Tra tutti l’eclatante Palma d’Oro e la più intransigente e polemica Quinzaine des Realisateurs, che continua con coerenza ad ispirarsi ai valori emersi nel clima incendiario del 1969. Come a Venezia o a Berlino, alla Croisette di Cannes il cinema è sempre stato considerato come un manufatto culturale ed artistico, contribuendo a valorizzare, in diverse circostanze, pellicole di cinematografie reputate marginali, almeno secondo i criteri del mercato della distribuzione internazionale.
Leoni alla Sormani. I Leoni d’oro della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
La Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica d Venezia ha ricoperto un ruolo cruciale nella crescita culturale del Paese, presentando pellicole che hanno testimoniato i sentimenti della propria epoca, contribuendo a mettere a fuoco la conoscenza di sè, ma a anche a prendere coscienza dei vizi e delle virtù della società, in tutte le declinazioni che questo concetto ha avuto presso le diverse culture. Questi aspetti si concentrano particolarmente nei film che si sono aggiudicati il concorso indetto dalla Mostra, esprimendo con la loro estetica originale, valori e bellezza, realtà dolorose e sogni incantevoli, umanità ed etica.
Oscar europei
La diversità e la ricchezza del cinema europeo hanno spesso raccolto indifferenza presso la giuria che assegna gli Oscar negli Stati Uniti. Questa sensibilità estetica più generosa con le produzioni hollywoodiane, ha quasi sempre confinato le produzioni dell’industria cinematografica europea a semplici nomination ed eventualmente a competere con le cinematografie degli altri continenti, nella categoria dei candidati al miglior film straniero.
Cere perse. Al cinema con Gesualdo Bufalino
Un breve testo che figura tra gli articoli riuniti da Sellerio nel libro intitolato Cere perse, informa i lettori della passione che Gesualdo Bufalino ha nutrito per il cinema, documentata oltretutto da una serie di taccuini che dal 1937 registravano, oltre che i giudizi sui film visti, l’intero cast dei protagonisti. A titoli celebrati e vedette hollywoodiane, Bufalino aggiungeva scrupolosamente l’elenco dei film meno fortunati e, soprattutto, l’esercito dei caratteristi, indispensabili ma destinati ad una popolarità ristretta alla cerchia dei cinefili più accaniti. Partendo dai loro nomi, abbiamo raccolto un piccolo catalogo di cere perse cinematografiche.
ARTE, Cosa Mentale: finzioni, documenti, immagini
Il tema dell’arte raccontata attraverso il cinema è stato ampiamente sviluppato secondo tre modalità di narrazione che riguardano opere documentarie, biografiche e di pura fiction. L'argomento è affrontato in tutte queste sfaccettatura con la vetrina “Arte, cosa mentale”, titolo che contiene il celebre rimando vinciano in omaggio al cinquecentennale della scomparsa di Leonardo.
Moda Icone in scena!
L’eleganza, la grazia o l’azzardo con cui i grandi stilisti e costumisti hanno ideato gli abiti indossati dalle stars più carismatiche, si ripercuotono in molteplici risvolti imitativi, nei comportamenti e nella società. In alcuni casi, il legame tra un personaggio ed il suo look, è persino arrivato a trasformarsi in un fattore di identità generazionale. Per questi motivi è palese come l’abbigliamento, su uno schermo cinematografico o su un palcoscenico concertistico, svolga un ruolo di carattere narrativo ed emozionale nella relazione tra l’immagine e lo spettatore.
Per ogni individuo. Cinema &Diritti. 70° anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo
Da quando la settima musa ha scoperto di poter essere un veicolo popolare che, attraverso il suo linguaggio e la sua estetica, può diventare uno straordinario strumento di denuncia contro i disagi che affliggono l’umanità, tutte le cinematografie hanno affrontato con passione sociale questo tema. Il 70° anniversario della dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, ha rappresentato l’occasione per riflettere su tutte le parole d’ordine che sostanziano tutti i suoi articoli e che il cinema ha trasformato in soggetti emozionanti, drammatici, ma anche liberatori.