Biblioteca Sormani

Nata in un brefotrofio

In un’intervista rilasciata nel 1981 in occasione dei festeggiamenti dei 25 anni della Sormani, il direttore Pietro Florio così descriveva l’itinerario tortuoso che la Biblioteca aveva percorso prima dell’attuale sistemazione:

La Biblioteca Comunale – con una mia espressione dico sempre che è nata in un “brefotrofio” e non in “casa sua” – è stata sempre “ospite”. La prima sede, dove venne sistemata nel 1890 (allora la biblioteca era destinata agli insegnanti delle scuole milanesi e agli impiegati comunali), è stata la Sala dell’Orologio di Palazzo Marino. Successivamente, nel 1909, viene trasferita nel Palazzo dei Giureconsulti in via Mercanti, dove occupa tutto il piano superiore. Con lo sviluppo ulteriore, conosce un nuovo trasferimento, nel 1911, nell’ala destra del Museo di Storia Naturale a Porta Venezia. Nel 1914 la biblioteca viene di nuovo trasferita, questa volta nella cortina nord-est del Castello Sforzesco, dove, nel 1935, occuperà con la Sezione Periodici anche metà del lato sud-ovest, per una superficie complessiva di 2.500 mq. La notte fra il 12 e il 13 agosto 1943 il bombardamento aereo, che distrusse la sezione libri, le sale di lettura e gli schedari, costrinse alla chiusura della biblioteca. Nel 1948 si incomincia a ricercare una nuova sede per la biblioteca, che viene individuata nel Palazzo Sormani: iniziano i lavori di riadattamento nella parte monumentale di questo palazzo, anch’esso vittima dei bombardamenti; la costruzione viene così ultimata nel 1955: il 10 marzo 1956 è inaugurata ufficialmente la nuova sede.

 Nella Sala dell'Orologio

La Biblioteca fu collocata inizialmente nella Sala dell'Orologio a Palazzo Marino, sede del Comune.

E che questi libri tutti rilegati, coi dorsi in pelle o pergamenati, allineati in artistiche massicce librerie di noce, facessero qualche impressione, a chi sostava o transitava, si desume, oltre che dagli atti municipali del tempo, dalla stampa cittadina concorde nel chiedere per la Biblioteca del Comune, una efficiente funzione pubblica e una sede, anche più modesta, ma più ampia. In pochi anni arricchita di pubblicazioni [...] non potè restare circoscritta alla grande Sala dell'Orologio, ma invase locali e corridoi attigui(Giovanni Bellini, La Biblioteca Comunale di Milano, Milano, 1961)

 Nel Palazzo dei Giureconsulti

Nel 1909 la Biblioteca fu trasferita nel Palazzo dei Giureconsulti in Via Mercanti, dove occupava l'intero piano superiore.

Una fuga di sale e di stanzoni che testimoniavano la ricchezza del patrimonio librario e la intrinseca capacità di funzione della giovane istituzione [...]. La nuova sede, centralissima come la precedente, permise di destinare una sala alla consultazione in sede; il provvedimento costituì il primo tentativo di inserimento di un nuovo utile luogo di studio, del quale del resto era sentita la necessità, tra le due grandi biblioteche milanesi: l'Ambrosiana e la Braidense. Ma nel 1911 l'acquisto del Palazzo occupato dalla Biblioteca da parte della Camera di Commercio, costringeva la "Civica" a mutar nuovamente sede." (Giovanni Bellini, La Biblioteca Comunale di Milano, Milano, 1961)

 Nel Museo di Storia Naturale

Nel 1911 la Biblioteca, con il rilevante patrimonio e con tutto l'arredamento, fu trasferita nell'ala destra dello stabile adibito a Museo di Storia Naturale ai Giardini Pubblici.

Sede ampia questa e tranquilla, con alti locali pieni di luce, ma provvisoria più ancora della precedente, dovendo il Museo, superata la fase di studio e di ordinamento, estendere le sue raccolte a tutto l'edificio. Fu qui tuttavia che la Biblioteca precisò il suo carattere di istituto pubblico, aperto a tutti i cittadini al disopra dei 16 anni, tanto per la lettura in sede quanto per i prestiti a domicilio.(Giovanni Bellini, La Biblioteca Comunale di Milano, Milano, 1961)

 Al Castello Sforzesco

Nel settembre del 1914, mentre la bufera della prima guerra mondiale si era appena scatenata, la Biblioteca prendeva possesso dei locali nella cortina nord-est del Castello Sforzesco. Ma se così migliorò l'ubicazione, più centrale in confronto a quella dei Giardini Pubblici, non poté disporre dello spazio necessario al suo già ragguardevole patrimonio, premuta da altre istituzioni che, per essere arrivate prima, si erano assicurate ambienti sufficienti e comodi.

Aggravarono la situazione importanti lasciti trasferiti alla Biblioteca con precise clausole di essere messi a disposizione di tutta la cittadinanza studiosa.

Nel 1924 le furono assegnati i locali attigui in concessione al Consorzio Milano-Monza e la Biblioteca si dotò di un nuovo ingresso e di sale di prestito e di studio ordinate e arredate in base a un nuovo criterio di praticità. Nel 1928 vennero aggiunte la sala per le pubblicazioni periodiche e quella per le pubblicazioni artistiche.
Altri 250 metri quadrati concessi nel 1929 consentirono di ampliare i depositi e di aprire una sala di consultazione riservata alle signore e agli studi speciali.
Nel 1931 la Biblioteca prendeva possesso di tutta la cortina e della grande sala quadrata della Torre centrale, mentre nel 1935 l'Emeroteca veniva trasferita nella cortina di sinistra (sud-ovest), occupandone la metà. 

La seconda guerra mondiale non ridusse che di poco l'attività della Biblioteca, anche perchè i vari servizi furono mantenuti in completa efficienza, e solo quando la minaccia dei bombardamenti aerei si fece più incombente, si provvide a sottrarre ai lettori parte dei libri mettendoli al riparo dalle offese, nei vasti sotteranei della costruzione sforzesca. Ma le cautele prese, giudicate sufficienti alla difesa dell'edificio e del suo contenuto, nella notte del 12 sul 13 agosto 1943 furono sopraffatte dalla gravità della incursione e del genere di mezzi adoperati, per cui, distrutti i tre piani della costruzione, crollarono pure le poderose volte dei locali ricavati sotto il livello stradale, rendendo facile esca del fuoco anche quelle molte migliaia di opere che vi avevano trovato asilo(Giovanni Bellini, La Biblioteca Comunale di Milano, Milano, 1961)

 I Direttori

Diversi nei profili e nelle storie sono stati i direttori che dal 1912 ad oggi si sono susseguiti nella conduzione della Biblioteca, “Civica” fino al 1940 e poi “Comunale”.
A partire dal 2001, nell’ambito di una più vasta riorganizzazione dell’Ente, venne istituito all’interno della Direzione Centrale Cultura il Settore Biblioteche, oggi Area Biblioteche, con funzioni di coordinamento della Biblioteca Centrale e delle Biblioteche Rionali.

GENNARO CALVETTI > dal 1912 al 1923

ALBERICO SQUASSI> dal 1923 al 1945 

GIOVANNI BELLINI > dal 1947 al 1961 

RENATO PAGETTI e ANGELO MARIA RAGGI > reggenti dal 1961 al 1964

RENATO PAGETTI > dal 1964 al 1979  

PIETRO FLORIO > dal 1980 al 2000  

ANNA MARIA ROSSATO > dal 2000 al 2008

STEFANIA JAHIER > dal 2001 al 2007 (come Direttore di Settore)

ALDO PIROLA > dal 2008 al 2013 (come Direttore di Settore)

STEFANO PARISE > dal 2014 (come Direttore di Area)

ALBERTO RAPOMI COLOMBO > dal 2015 al 2019 (come Funzionario con Posizione Organizzativa)

GIUSEPPINA SANSICA > dal 2020 (come Funzionario con Posizione Organizzativa)

 

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