Biblioteca Sormani

Il Centro Stendhaliano

Il Centro, inaugurato nel 1980, si trova al secondo piano e occupa due sale storiche affacciate verso il giardino, che rimandano agli antichi splendori del Palazzo.

Le sale sono arricchite da stucchi di gusto e stile neoclassico che decorano i soffitti con riquadri disposti intorno a una finta cupola a lacunari e contenenti figure allegoriche alternate a coppie di aquile.

Le decorazioni, risalenti al 1776, in un primo momento attribuite ad Agostino Gerli, furono in seguito riferite a Giocondo Albertolli (1742-1839), decoratore che insieme al Gerli è ritenuto uno dei divulgatori dello stile neoclassico milanese, affermatosi nell’ultimo quarto del Settecento come reazione alle “sregolatezze” eccessive dello stile rococò allora imperante e frutto di una sapiente fusione tra eredità classica e moderne esigenze di comodità.

La prima sala, quella più grande, accoglie due librerie di fine XVIII-inizio XIX secolo provenienti dalla casa Bucci a Civitavecchia, dove lo scrittore Marie-Henri Beyle, Stendhal, alloggiò durante gli anni del Consolato (1831-1842). Le librerie raccolgono i volumi appartenuti allo scrittore (Fondo Stendhaliano Bucci) e da lui in gran parte postillati. Accanto alle librerie, si nota il ritratto a olio di Stendhal, eseguito nel 1835 dal pittore francese Louis Ducis mentre si trovava a Roma, e il diploma con la nomina a Console, utilizzato da Beyle come lasciapassare per attraversare i confini e giungere a Civitavecchia.

Le altre pareti sono occupate invece da librerie moderne, con bordature eseguite in stile, dove sono disposti gli oltre 2000 volumi della Raccolta Stendhaliana Pincherle, che costituiscono un fondamentale supporto bibliografico per chiunque desiderasse approfondire non solo tematiche legate a Stendhal e alla sua produzione letteraria, ma anche tematiche relative alla cultura e alla storia del secolo XIX.

Spiccano, di fronte alla finestra, un caminetto (ora chiuso e inutilizzabile) e un’ampia specchiera simile a quella presente nella stanza accanto e ad altre collocate in diversi ambienti del palazzo.

Nella stanza adiacente, oltre alla specchiera, di particolare rilevanza il pavimento in parquet con intarsi, originario della fine del XVIII-inizio del XIX secolo.

- visita virtuale al Centro Stendhaliano -

Il Centro è un fiore all'occhiello per il Sistema Bibliotecario di Milano e riveste una grande importanza per i diversi materiali conservati che riguardano Stendhal, al secolo Marie-Henri Beyle (1783-1842), l'uomo e il poliedrico scrittore che elesse Milano a sua città d'adozione, tanto da volere sulla sua tomba a Parigi il celebre epitaffio "Arrigo Beyle milanese".

A farmi rimpiangere Milano

è l'insieme dei suoi costumi, la naturalezza dei modi, l'affabilità,

la grande arte di essere felici

Rome, Naples et Florence en 1817

Nel 2016 la Biblioteca ha dedicato a Stendhal la mostra bibliografica, a cura di Marco Modenesi, "Stendhal Milano la bellezza. La grande arte di essere felici".  Clicca sull'immagine per sfogliare il catalogo.

I documenti custoditi nel Centro consentono di approfondire un periodo storico, oppure, inseguendo le diverse passioni del Beyle - il viaggio, la musica, l'arte - di recuperare preziosi strumenti di lavoro. Un esempio sono le numerose edizioni dei libri di viaggio del Grand Tour presenti nella Raccolta Stendhaliana Pincherle.
Il Centro si è costituito grazie alla fusione delle raccolte di due importanti fondi donati alla Biblioteca negli anni Settanta: il fondo della famiglia Bucci e quello di Bruno Pincherle. Entrambi comprendono manoscritti, lettere, documenti, oggetti, mobili, appartenuti a Stendhal o di interesse stendhaliano.

 Fondo Bucci

Il Fondo Bucci è costituito dai beni posseduti da Stendhal durante il suo Consolato a Civitavecchia (1831-1842) e lì rimasti a seguito della sua morte. Per un secolo esatto questi beni furono custoditi dalla famiglia Bucci, che aveva ospitato lo scrittore francese in quegli anni; dal 1942, poi, il Fondo subì diverse traversie e passaggi di proprietà finché, nel 1969, Raffaele Mattioli (1895-1973), presidente della Banca Commerciale Italiana, ne trattò l’acquisto per farne dono alla Biblioteca. 

Il Fondo è composto da 2793 pezzi così ripartiti: la biblioteca, con 987 libri, opuscoli e periodici probabilmente appartenuti a Stendhal, e 52 volumi di proprietà di Donato e Clodoveo Bucci; il carteggio, con 1267 lettere, in prevalenza di e a Stendhal, Lysimaque Tavernier, Donato e Clodoveo Bucci; 248 documenti e manoscritti; 158 fascicoli di riviste e ritagli di giornale con articoli dedicati a Stendhal; materiale iconografico; un bastone da passeggio appartenuto a Stendhal; un barattolo con sue note autografe; alcuni oggetti di cancelleria e due librerie, dove è conservata la biblioteca di Stendhal, provenienti da casa Bucci.

 Raccolta Pincherle

Bruno Pincherle (Trieste 1903-1968), fu un medico pediatra e un appassionato cultore stendhaliano, impegnato attivamente anche in politica. Laureatosi in medicina, si trasferì a Genova dove lavorò come assistente volontario nella Clinica medica allora diretta da Nicola Pende. Il suo impegno politico attirò più volte l’attenzione della polizia e il 27 aprile 1928 venne arrestato con l’accusa di essere un aderente alla Giovane Italia. Tradotto a Milano nel carcere di San Vittore, dove erano concentrati circa 300 antifascisti provenienti da tutta Italia, fu rilasciato dopo una detenzione di una quarantina di giorni e mandato a Trieste con foglio di via obbligatorio. Aderì poi al movimento Giustizia e Libertà fondato nel 1929 a Parigi da Carlo Rosselli. Rientrato in Italia, nel 1933 conseguì a Milano la specializzazione in pediatria. Arrestato il 18 giugno 1940 insieme al fratello Gino, fu inviato prima a Campagna, in provincia di Salerno, e poi a Sforzacosta, vicino a Macerata, dove rimase con il fratello fino al 1941. Aderì poi al Partito d’Azione e scrisse su “L’Italia libera”, che diresse dal 1944 al 1945. Nel 1945 a Trieste riprese la professione di medico senza però abbandonare l’impegno politico: ricoprì la carica di consigliere comunale per Unità Popolare, per il Partito socialista e per il PSIUP. La sua attività di pubblicista comprende pubblicazioni scientifiche, di storia della medicina e scritti politici.

Se l’interesse per i libri antichi lo accompagnò fin dagli anni giovanili, la sua passione per Stendhal sbocciò più tardi, probabilmente nel 1940, quando trovò un prezioso esemplare delle Vies de Haydn, de Mozart et de Métastase di Stendhal corredato da sue annotazioni autografe. Fu un frequentatore assiduo di librerie e di bancarelle. A Trieste fu amico di Umberto Saba e nella sua libreria trovò un luogo privilegiato per le sue ricerche. Il risultato più significativo delle letture di quegli anni fu la prima edizione italiana di Roma, Napoli e Firenze nel 1817 di Stendhal (Bompiani, 1943), tradotta e commentata da Bruno Maffi e Ferrante Palla, pseudonimo stendhaliano di Bruno Pincherle, costretto, per ragioni politico-razziali, a pubblicare sotto falso nome. L’opera, con il suo ricco apparato di note, suscitò l'ammirazione di Elio Vittorini e accreditò Bruno Pincherle tra gli intellettuali italiani e stranieri che si occuparono, durante il secolo scorso, dello scrittore francese. Da quel momento in poi la passione per Stendhal non lo abbandonò più: scrisse numerosi saggi e partecipò a convegni internazionali. Il frutto di questa passione fu l’importante biblioteca, composta da libri e periodici di interesse e argomento stendhaliano, affiancata da un corpus di lettere e di documenti d’epoca sempre dedicati allo scrittore francese. Il suo percorso di studioso trovò un adeguato sbocco nella raccolta di saggi pubblicati nel volume In compagnia di Stendhal (1967) e poi, uscito postumo, in Piazzetta Stendhal 1, Trieste (1968).

Per esaudire le ultime volontà testamentarie del fratello Bruno, che volle destinare ad una istituzione la sua biblioteca stendhaliana, Gino Pincherle (1905-1983) accolse il suggerimento dell’editore Vanni Scheiwiller (1934-1999) di farne dono alla Biblioteca Comunale di Milano, per affiancare il Fondo Stendhaliano Bucci acquisito in quel periodo dal Comune di Milano. L’atto di donazione fu sottoscritto il 16 giugno 1976 e l’anno successivo i documenti stendhaliani arrivarono a Milano.

La Raccolta Stendhaliana Pincherle è costituita dalla biblioteca, dalla collezione di autografi, dall’archivio stendhaliano di Bruno e da materiale iconografico.

La biblioteca (2758 libri e periodici) si suddivide in edizioni di opere di Stendhal - alcune con sue postille autografe - e in una vasta bibliografia sullo scrittore francese, sulle sue opere e i interessi, su persone ed avvenimenti a lui legati.

La collezione è formata da manoscritti, lettere, documenti d’epoca (150 pezzi) e da un cimelio, tutti di interesse stendhaliano, acquistati nel corso degli anni.

L’archivio comprende i dattiloscritti dei saggi di argomento stendhaliano (abbozzi e stesure definitive) e alcune copie dattiloscritte degli interventi tenuti da Pincherle al Consiglio comunale di Trieste; il suo carteggio (300 lettere), importante testimonianza dei rapporti intercorsi con gli studiosi italiani e stranieri del Novecento; la bibliografia in cui sono confluiti i ritagli di giornale e i fascicoli di riviste dedicati a Stendhal; infine la sezione iconografica (22 pezzi) con stampe, disegni, riproduzioni fotografiche e la copia, realizzata da Bruna Beltrame Pincherle (1908-1965), del ritratto ad olio del console Marie-Henri Beyle eseguito a Roma, tra la fine del 1835 e l’inizio del 1836, dal pittore Silvestro Valeri (1814-1902).

Nel tempo seguirono due integrazioni: nel 1984 Renzo Pincherle (1949-1994), nipote di Bruno e figlio di Gino, donò alcuni libri e materiale bibliografico vario, mentre nel 2002 Laura Safred regalò 19 lettere dell’epistolario stendhaliano di Bruno.

 Fondo Stendhaliano

Il Fondo Stendhaliano comprende manoscritti, lettere e documenti di interesse stendhaliano di varia provenienza.

Si segnalano in particolare: 29 lettere indirizzate a Pietro Paolo Trompeo (1886-1958) relative alla trattativa per la vendita del Fondo Stendhaliano Bucci (vedi la storia del Fondo); una serie di fascicoli, appartenuti allo studioso Adolphe Paupe (1854-1917), con allegati e incollati ritagli di giornale, lettere e biglietti da visita a lui indirizzati.

Sono state acquistate inoltre tre lettere di Stendhal (1783-1842) per incrementare le raccolte stendhaliane (vedi Fondo Stendhaliano Bucci e Raccolta Stendhaliana Pincherle) e una lettera di Gioachino Rossini (1792-1868).

 

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