Biblioteca Sormani

 

Biblioteca Sormani | Scalone monumentale
Ingresso libero
Lunedì: 14.30 - 19 | Martedì - venerdì: 9 -19 | sabato: 10 - 17.30. Chiusa la domenica e nei festivi.

N.B. La mostra sarà chiusa al pubblico dal 27 dicembre al 1° gennaio, in concomitanza con la chiusura della biblioteca per lavori di riordino delle collezioni. Dal 2 al 5 gennaio sarà aperta dalle 15 alle 18, con ingresso da via Sforza 7.

Visite guidate a cura dei bibliotecari, con cadenza settimanale: tutte le date qui.

 

A 150 anni dalla sua morte, la Biblioteca Sormani celebra Alessandro Manzoni attraverso le numerose tracce della grande fortuna critica che la sua opera ebbe nel Novecento, presenti nei propri fondi librari e archivistici, con particolare riferimento all’Archivio Giancarlo Vigorelli. Appassionato ottocentista e presidente del Centro Studi Manzoniani, Vigorelli dedicò al grande scrittore una fervida attività di critica e saggistica, riccamente testimoniata nel suo archivio e nella sua biblioteca personale, una delle acquisizioni più recenti della Biblioteca. Altri significativi spunti sono rintracciabili nelle raccolte d’autore del Novecento milanese conservate in Sormani, come ad esempio il fondo del poeta futurista Paolo Buzzi.

La mostra, curata direttamente dalla Biblioteca Sormani, sarà allestita presso lo Scalone Monumentale e rimarrà aperta al pubblico dal 15 settembre al 19 novembre 2023.


 

Il percorso della mostra è suddiviso in cinque sezioni.

La sezione approfondisce la figura di Giancarlo Vigorelli, del quale la Sormani conserva il suo archivio personale e la sua vasta biblioteca. Saggista, giornalista, critico letterario, protagonista della scena culturale italiana del secondo Novecento, Vigorelli sviluppò negli anni un interesse molto forte verso la figura di Manzoni e le sue opere, alle quali dedicò un'ampia attività di ricerca, divenendone uno dei principali esperti. In vetrina le prime edizioni dei suoi principali studi, come Il silenzio dell'amore e i tre volumi di Manzoni pro e contro, accanto a documenti legati alla sua attività di studioso e presidente del Centro Nazionale Studi Manzoniani, carica che ricoprì dal 1983 fino alla sua morte.

Il percorso prosegue tenendo come fil rouge proprio il libro Manzoni pro e contro, articolato raccolta di testimonianze critiche selezionate da Vigorelli, che prende le mosse dai contemporanei di Manzoni in una Milano già proiettata in una dimensione europea. Si presentano così le voci di quattro celebri artisti come Stendhal, Goethe, Verdi, Poe, contenute in opere originali, nelle quali traspare l'ammirazione e l'apprezzamento per lo scrittore milanese. In vetrina, tra gli altri, due volumi postillati da Stendhal.

Le lettere e i carteggi manzoniani ci conducono agli aspetti più intimi e quotidiani dello scrittore, alla vita familiare, ai rapporti personali e d’amicizia. In mostra il primo epistolario realizzato da Giovanni Sforza nel 1875, a soli tre anni dalla scomparsa di Manzoni, la raccolta in tre volumi curata da Michele Scherillo del 1923, intitolata Manzoni intimo, e l’edizione curata da Cesare Arieti del 1970, accompagnata dalla bozza di una recensione di Vigorelli. Ci si addentra nella dimensione privata con la controversa opera di Natalia Ginzburg, La famiglia Manzoni, e il romanzo Natale 1833 di Mario Pomilio, qui nell'edizione originale con introduzione di Vigorelli.

Ne Il mestiere guastato delle lettere Vigorelli sottolinea l'importanza di conoscere integralmente l'opera di Manzoni per poterlo comprendere fino in fondo. Da qui l'impegno come presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani a pubblicare l'opera completa in edizione nazionale ed europea, qui esposta. La mostra offre poi un excursus nella produzione di Manzoni e nelle testimonianze della sua fortuna in Italia e all'estero, costruito sulla base dei documenti del Fondo Vigorelli. Tra le opere esposte, di particolare interesse la prima edizione in tre volumi della Ventisettana edita da Ferrario. Un approfondimento specifico riguarda le numerose rappresentazioni sceniche e cinematografiche delle opere manzoniane, qui testimoniate anche da spartiti e libretti originali. Inoltre si svela un inaspettato legame fra la storia di Palazzo Sormani e quella della Colonna Infame narrata da Manzoni.

Nel vasto patrimonio archivistico della Sormani sono conservati anche altri fondi appartenuti a scrittori, studiosi e intellettuali del primo Novecento milanese. Anche all'interno di questi fondi sono rintracciabili alcuni documenti che testimoniano la fortuna di Manzoni nella cultura italiana. Spiccano in particolar modo le recensioni scritte dal poeta futurista milanese Paolo Buzzi e i biglietti da visita che ci raccontano dei suoi legami con i discendenti del grande scrittore. Inoltre sono esposte partiture liriche per l'Adelchi e Il Conte di Carmagnola, nonchè gli studi preparatori di Giuseppe Lesca per un'edizione commentata delle Osservazioni sulla morale cattolica .