La raccolta storica del Novecento comprende circa 6.000 edizioni originali di autori del secolo scorso, la saggistica più autorevole e le più notevoli riviste letterarie, artistiche e di attualità dell’epoca, fonti primarie per lo studio delle avanguardie e della storia del costume.
In particolare la Biblioteca vanta alcune raccolte speciali per lo più appartenute a personaggi del mondo della cultura milanese del Novecento e pervenute alla Biblioteca per donazione o acquisizione.
È la biblioteca privata del poeta Eugenio Montale (1896-1981), donata alla Sormani nel 1982 dalla nipote Bianca: più di 3.000 documenti, compresi fascicoli di riviste, conservati in via Bigli, nella casa in cui il poeta abitò durante gli ultimi anni della sua vita.
Tra i libri si distinguono quelli del "periodo fiorentino" (387 stampati tra il 1930 e il 1948, data del trasferimento a Milano), quelli di poeti e critici amici di Montale (115) e i restanti 2.455 di argomento vario, perlopiù opere letterarie del Novecento.
Su moltissimi dei volumi dediche autografe dei più grandi rappresentanti della letteratura del Novecento testimoniano la fitta ed importante rete di relazioni - amicizie, frequentazioni o semplici conoscenze - intrattenute da Montale nel corso della sua esistenza e rappresentano un utile strumento per lo studio e l’approfondimento del pensiero e dell’attività letteraria del poeta. Sono state recuperate 640 dediche di autori italiani e stranieri.
Gli eredi ne fecero dono alla Biblioteca perché luogo non solo caro alla cultura milanese, ma ben noto allo stesso poeta che, tra il 1960 e il 1970, fu membro della Commissione consultiva della Biblioteca. Nella sala dove il Fondo è conservato sono esposti la foto in bianco e nero che lo ritrae e il dipinto raffigurante Le Cinque Terre, entrambi dono di Gina Tiossi, la fedele governante che lo assistette per gran parte della vecchiaia trascorsa a Milano.
Una delle acquisizioni più recenti e importanti della Biblioteca, resa possibile nel 2008 anche grazie all’apporto finanziario di un’azienda privata. Si compone di circa 50.000 documenti tra libri, periodici e manoscritti appartenuti alla biblioteca personale di Giancarlo Vigorelli (1913-2005), critico milanese, scrittore, giornalista e intellettuale di spicco nello scenario culturale del Novecento. Un autentico racconto di vita e di attività giornalistica e letteraria di una personalità poliedrica e aperta alle avanguardie artistiche europee, vero protagonista del dialogo culturale tra Novecento italiano ed Europa.
Al Fondo Vigorelli la Biblioteca ha dedicato nella primavera del 2018 la mostra "Brama di Vita e di Letteratura", esponendo lettere di Bo, Montale, Quasimodo, Saba, Gadda, Sereni, Sciascia, Calvino, Vittorini, Pasolini, Moravia, Magris.
Il Fondo testimonia anche le molteplici collaborazioni alle più importanti riviste letterarie italiane, dal Frontespizio a Letteratura, da Corrente a Campo di Marte, da Prospettive a Primato e l’interesse per il mondo del cinema e del teatro, come documentano le lettere ricevute, ad esempio, da Gassman, Strehler, Zavattini e le numerosissime fotografie presenti nell’Archivio.
Sotto questa dicitura si raccoglie un fondo storico per l’infanzia di circa 12.000 volumi, in gran parte illustrati.
Il nucleo originario è rappresentato dai libri della “Sezione Fanciulli” appartenenti alle raccolte del vecchio Consorzio milanese delle Biblioteche Popolari, che nel primo dopoguerra erano confluiti nel patrimonio della Biblioteca Comunale, allora situata presso il Castello Sforzesco. Di questa collezione solo una piccola parte, circa 4.000 volumi, si salvò dal bombardamento del 1943.
Dopo la guerra i libri vennero restaurati, ricatalogati e nel 1956 riuniti presso la nuova sede di Palazzo Sormani. Da allora la raccolta non ha mai cessato di ampliarsi, grazie anche a donazioni avvenute negli anni della ricostruzione post-bellica, che hanno contribuito a mantenere vivo nel corso del tempo questo fondo, ormai “storico” a tutti gli effetti, da ultimo arricchitosi dei volumi provenienti dall’Archivio delle Biblioteche Scolastiche.
Attingendo al Fondo Juvenilia è stata allestita nel 2002, in occasione delle manifestazioni celebrative per i 120 anni dalla nascita di Pinocchio, una mostra bibliografica intitolata “Balena o pescecane? Verità e bugie su Pinocchio”. Durante le fasi di studio e di ricerca sono emersi esemplari preziosi, tra cui la prima edizione, pubblicata a puntate sul Giornale per i bambini del 1881, e altre versioni in volume illustrate da famosi artisti.
Negli anni successivi ai bombardamenti dell'agosto del 1943, quando cittadini, enti e istituzioni generose si impegnarono per ricostruire le raccolte librarie della Biblioteca andate distrutte, una delle prime e importanti donazioni fu disposta dalla vedova di Arnaldo Luraschi (1872-1945), ingegnere e agronomo, studioso di cereoagricoltura e panificazione, milanesissimo presidente dell'Associazione Nazionale Panificatori dal 1916 al 1945, figlio di panettieri milanesi, ma anche bibliofilo.
Il Fondo di circa 3.100 volumi, un utilissimo strumento di ricerca e approfondimento sull'alimentazione, l'arte panaria, le tecniche di coltivazione e il commercio dei cereali, fu accolto con grande favore da Giovanni Bellini: fu trasferito in Biblioteca nel 1948, ma la sua donazione fu formalizzata nel 1950; in precedenza era custodito alla Biblioteca Ambrosiana.
Al Fondo Luraschi si è aggiunto il Fondo di Antonio Marinoni: altri 3.000 titoli tra libri, riviste d'epoca e periodici, raccolti in 45 anni di passione.
Circa 2.150 esemplari a tiratura limitata contenenti stampe e incisioni numerate e firmate (acqueforti, acquetinte, serigrafie), “libri concepiti dai loro creatori come vere e proprie espressioni artistiche dell’ingegno”. “Una raccolta - affermava agli inizi degli anni Ottanta l’allora Assessore alla Cultura Guido Aghina - che costituisce uno dei punti di eccellenza per la biblioteca, per le collezioni d’arte del Comune e per la globalità del patrimonio artistico cittadino”.
Qualche nome per dare un’idea dell’importanza della raccolta: Arp, Bonnard, Dufy, Picasso, Dalì, Mirò, Braque, Chagall, Ernst, Kokoschka, Manzù, Cassinari, Campigli, Fontana, Morandi. Nel 1981 un’esposizione di alcune centinaia di queste opere, scelte fra le più significative, venne allestita presso la Rotonda della Besana in occasione delle celebrazioni per i venticinque anni della Biblioteca.
L’attenzione della Biblioteca nei confronti dell’arte è rispecchiata nelle sue collezioni librarie, dove l’arte ha un posto di rilievo. È del 1968 la testimonianza di un bibliotecario, Francesco Brabieri, che in una sua scheda così si esprimeva:
Il progresso per caso. Alla Civica di Milano una stanza di Palazzo Sormani è già piena di edizioni d’arte: da qualche anno la Biblioteca, unica in Italia, le acquista e viene formandosi un bel patrimonio, che aumenterà di valore. L'idea la proposi al direttore Bellini: "Abbiamo tesori di libri antichi; ma nessuno potrà studiare in Italia le moderne edizioni d'arte, poichè le biblioteche che dovrebbero avere quelle italiane per diritto di stampa spesso non le ricevono. Siete gli unici che potete permettervi questo lusso". L'idea fu accolta e cominciata a realizzare dal dinamico direttore; prosegue il piano di acquisti, anche all'estero, il suo bravo successore Pagetti.
La storia dell’ex libris fonda le sue radici secolari nelle note di possesso che troviamo sugli imponenti codici medievali, con le quali condivide la finalità: indicare l’appartenenza di un libro a un soggetto e impedire che altri se ne impadroniscano. “L’ex libris è infatti un messaggio dal quale si desume a chi o a quale raccolta appartiene un dato libro” [Gian Franco Grechi, Ex libris, Milano, 1981], rielaborato con formule che rispondono non solo a esigenze di comunicazione, ma anche ad aspetti decorativi. “Notiamo, infatti, una comparsa, sui primi libri a stampa, di alcuni elementi adottati nei manoscritti con intenzioni exlibristiche: note scritturali autografe, figurazioni araldiche. Le une e le altre passavano nelle prime etichette in uso quali ex libris, nelle quali si osservano, appunto, scritture e stemmi. La scritta, trasposizione a stampa degli autografi, gli stemmi, traduzioni calcografiche di quelli miniati sui codici” [Gian Franco Grechi, ib.].
Funzione e decorazione concentrate in una piccola etichetta che, con il passare del tempo, mutò sia la sua iconografia, abbandonando i temi araldici per concentrarsi su messaggi figurati più o meno articolati, sia la sua esecuzione, sempre meno artigianale e sempre più artistica.
In parallelo, si sviluppano altri tipi di ex libris dove, però, tende a scomparire il primordiale legame con il libro: da una parte quelli realizzati come “merce di scambio” tra collezionisti; dall’altra, quelli creati appositamente con funzioni celebrative, per commemorare un particolare anniversario, come accadde, per esempio, per i 50 anni della Biblioteca Comunale Centrale.
Dal 1987 (anno del dono Vannuccini) ad oggi, numerosi artisti hanno deciso di donare alla Biblioteca migliaia di esemplari degli exlibris che hanno realizzato durante la propria carriera.
Fondo VANNUCCINI
Enrico Vannuccini (Barullo di Cortona, Arezzo, 1900 - Griante, Como, 1990), artista autodidatta, inizia la sua carriera artistica a Milano dopo la fine della Grande Guerra, lavorando per un’agenzia pubblicitaria di cartelloni dipinti a mano. In questo periodo conosce Filippo Tommaso Marinetti e si avvicina all’ambiente futurista. Negli anni Venti si trasferisce a Roma, dove si accosta all’arte ceramista e allaccia rapporti con gli ambienti artistici e letterari: Giorgio De Chirico, Giuseppe Ungaretti, Vincenzo Cardarelli, Alberto Savinio, Alberto Martini influenzeranno la sua formazione.
La sua svolta artistica tuttavia avviene quando ritorna a Milano e incontra l’editore Luigi Filippo Bolaffio, attraverso il quale conosce non solo i principali incisori del tempo, ma anche importanti collezionisti, tra cui l’industriale Gianni (Giovanni) Mantero, il quale diverrà per lui un vero e proprio mecenate, e Ivan Matteo Lombardo.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Vannuccini sfolla da Milano e trasferisce il suo laboratorio sulle rive del lago di Como, a Moltrasio, quindi a Lenno e a Griante, dove abiterà fino al 1990.
Della sua ricca produzione artistica sono particolarmente noti gli ex libris, ora conservati in Biblioteca: ne produsse a centinaia, per lo più a puntasecca.
Negli ultimi anni sono state organizzate alcune mostre sulla produzione grafica di Vannuccini, e per l’occasione tutti gli exlibris di Vannuccini donati alla Biblioteca sono stati digitalizzati. (Enrico Vannuccini. Ex libris 1937-1990, a cura di Giampaolo Mascheroni, scritti di Chiara Casati, Menaggio, Attilio Sampietro, 2015 GEN.O.18984).
Dono VIGANONE
Antonietta Viganone (Borgolavezzaro, Novara 1928), artista dedita all’arte incisoria, nelle tecniche dell’acquaforte, acquatinta, puntasecca, xilografia. Risiede a Milano, dove ha il suo laboratorio artistico. Ha partecipato a numerose e prestigiose manifestazioni, come la Triennale dell’incisione di Milano e la Triennale Xilon italiana di Genova. Nel 2011 dona alla Biblioteca la sua produzione originale di ex libris: 43 esemplari realizzati in calcografia e xilografia negli anni 1960-2010.
Dono GUIDI
Sergio Guidi (Milano 1914-2009), laureato in Economia e Commercio, fu Dirigente di una importante azienda farmaceutica. Nel 1968 ha iniziato a collezionare ex libris e materiali tipografici e dal 1994 al 1996 è stato Presidente dell’AIE (Associazione Italiana Ex-libris). Il rapporto ultra ventennale intrattenuto da Sergio Guidi con la Biblioteca e in particolare con il Centro Stendhaliano, con il quale ha collaborato alla realizzazione di numerose manifestazioni legate all’ex libris, ha portato gli eredi di Guidi a scegliere la Sormani come destinazione della raccolta di stampati (945), Ex libris (oltre 12.000) e Carte augurali (oltre 1000) appartenuta al padre.