Quest'anno ricorre il 175° anniversario delle Cinque Giornate di Milano. Si tratta di un episodio di insurrezione armata avvenuto tra il 18 e il 22 marzo 1848 nell'allora capitale del Regno Lombardo-Veneto, che portò alla temporanea liberazione della città dal dominio austriaco. Nei giorni immediatamente precedenti, a Milano si diffuse la notizia dei moti rivoluzionari scoppiati in Francia, Austria, Ungheria, Boemia e Croazia. La città, sotto la dominazione asburgica, insorse e dopo cinque giornate di violenti combattimenti tra la popolazione e le truppe austriache, al comando del maresciallo Radetzky, si liberò degli occupanti. Nella terza giornata (20 marzo) il consiglio di guerra milanese respinse la proposta di armistizio degli austriaci e si costituì un governo provvisorio. Il giorno successivo (21 marzo) i milanesi conquistarono tutte le caserme e le posizioni tenute ancora dagli austriaci; in serata iniziò la ritirata di Radetzky con le sue truppe, che si allontanarono dalla città. All’alba del 23, dopo aver aperto le porte, Milano accolse i primi volontari provenienti da Genova e Torino. La guida politica dell'insurrezione era divisa tra i democratici, capeggiati da Carlo Cattaneo, e i moderati, guidati dal podestà Gabrio Casati. Il primo voleva salvaguardare il carattere popolare della rivolta, mentre i moderati di Casati chiedevano l'intervento dei Savoia. Carlo Alberto decise quindi di intervenire: emanò il proclama in cui annunciava ai popoli della Lombardia e del Veneto che stava accorrendo con il suo esercito in appoggio agli insorti e mosse le truppe piemontesi contro l'Austria, dando inizio alla Prima guerra d'indipendenza. L'impresa si rivela fallimentare e pochi mesi dopo gli austriaci tornano a occupare Milano (6 agosto 1848) e ricacciano i piemontesi dietro i loro confini. Le Cinque Giornate di Milano si inseriscono nel generale clima rivoluzionario che attraversò l'Europa nel 1848. Questo fu infatti un anno cruciale della storia europea perché il continente fu attraversato da moti rivoluzionari in cui le aspirazioni democratiche e repubblicane della borghesia in ascesa si mescolavano con le rivendicazioni nazionaliste e indipendentiste di tanti popoli ancora sottomessi ai grandi imperi.
Il 21 marzo ricorrono i 10 anni dalla morte di Pietro (Paolo) Mennea, che è stato un velocista e politico italiano. Campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca nel 1980, è stato il primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19"72, che costituisce tuttora il record europeo. Ha detenuto inoltre, dal 1979 al 2018, il record italiano dei 100 metri piani con il tempo di 10"01 (record europeo fino al 1984). Soprannominato "La Freccia del Sud" (nomignolo analogo a quello di un famoso treno espresso che collegava Milano con la Sicilia), è l'unico duecentista della storia che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive: dal 1972 al 1984. In virtù della sua carriera sportiva è stato insignito dell'ordine olimpico nel 1997 e introdotto nella Hall of Fame della FIDAL. Laureatosi quattro volte, dopo la carriera agonistica svolse attività politica e scrisse molti saggi su vari argomenti, esercitando le professioni di avvocato e commercialista.
Il 23 marzo ricorrono i 110 anni dalla nascita di Piero Chiara (nome completo Pierino Angelo Carmelo), scrittore italiano tra i più noti della seconda metà del XX secolo. Nelle sue opere racconta le piccole storie del "grande lago" ed è proprio il Lago Maggiore che spesso fa da palcoscenico ai suoi brevi ed illuminanti racconti. Narra le piccolezze della vita di provincia con uno stile arguto e ironico, capace di cogliere nel quotidiano l'essenza della vita. Dipinge i tratti della vita dell'alta Lombardia e dei cantoni svizzeri: una vita di frontiera, fatta di spalloni e contrabbandieri, briganti e fuggiaschi, ma soprattutto della piccola borghesia e di personaggi quotidiani. Nei suoi libri non è importante solo la descrizione dei luoghi ma anche (e soprattutto) l'indagine psicologica dei personaggi, mettendone in evidenza vizi e virtù. Chiara, oltre che uno scrittore di grande successo, fu uno dei più noti studiosi della vita e delle opere dello scrittore e avventuriero Giacomo Casanova. Pubblicò molti scritti sull'argomento che raccolse poi nel libro "Il vero Casanova" (1977).