Il titolo originale di questo libro è ‘*Extremely Loud & Incredibly Close*’; è importante ricordarlo perché suggerisce che quello che Oskar sta cercando sarà: ‘molto rumoroso e incredibilmente vicino’.
Oskar, il bambino di 9 anni protagonista di questo racconto, si mette alla ricerca di Black, signore o signora che sia, affinché possa dargli qualche spiegazione sulla misteriosa chiave trovata all’interno di una busta nello studio di suo papà, morto durante l’attacco alle torri gemelle.
Così lo seguiamo fra i vari distretti di New York non tanto alla ricerca della chiave stessa, quanto più al tentativo di tenere ancora vicino suo padre, di sentirlo ancora accanto a lui.
Questo libro parla di lutto, parla di morte e dei molti modi in cui ciascuno prova a venirci a patti.
Lo stile è davvero particolare e secondo me o lo si ama o lo si odia. Io ho amato ogni singola pagina di questo racconto, specialmente ho apprezzato la capacità di Foer di trasportarti nella mente e nel cuore di questo bambino alla quale non si può fare a meno di affezionarsi.
Preparate i fazzoletti, io vi ho avvisato
Questo libro avrebbe potuto essere un delizioso romanzo di leggere sotto l'ombrellone e invece mi ha lasciata abbastanza indifferente, se non infastidita. Le storie che riguardano i personaggi del romanzo sono molto semplici e alcune abbastanza inverosimili. La cosa che però mi ha infastidita di più è lo stile di scrittura; ci sono delle frasi che risultano fastidiose altri totalmente insensate.
Credo ci siano libri altrettanto adatti ad una lettura spensierata che però siano scritti e ideati meglio.
Io leggo i libri degli influencer. Non di tutti, ovviamente; mi capita però di farlo. Lo faccio perchè mi interessa la loro storia, mi interessa capire da dove sono arrivati e quali sono state le esperienze di vita che li hanno segnati al punto da farli diventare ciò che sono ora. Perchè prima di essere creator sono persone con un vissuto e un passato di cui non so niente.
Il problema dei libri degli influencer però è che queste persone non sono scrittori (nella maggior parte dei casi) e si sente tutto il peso di questo limite in ogni libro che ho letto, anche in questo.
La storia di Sara però è davvero interessante e racconta di come sia passata dal fare la ballerina, poi la fotografa di moda, poi la documentarista. Tutto questo intervallato da amicizie, esperienze, amori tossici, delusioni, fallimenti, violenze, vittorie, successi, soddisfazioni.
Sara viaggia spesso per lavoro e per necessità di andare oltre: da una parte ho sentito invidia e desiderio di fare come lei esplorando in maniera viscerale i posti del mondo, dall'altra vorrei solo urlarle di stare ferma, di sedersi un secondo, di darsi pace.
è stato molto interessante seguirla durante il suo racconto; il capitolo migliore però, secondo me, è quello sui social media dove descrive con sorprendere lucidità tutti i meccanismi disfunzionali e deleteri che purtroppo riguardano questi strumenti.
Non credo che questo libro parli di felicità, credo parli più di autenticità e del coraggio e di tutta la fatica che ci vuole per seguire la propria voce, nonostante tutto.
Lamarca ha una scrittura acerba ma piacevole. Seguirla nelle sue avventure è divertente e interessante.
Ti mostra che le cose si possono fare: non è un racconto al gusto di 'se vuoi, puoi' è più un 'io scelgo di provarci sempre e tentarle tutte'.
La storia tra lei e Andrea è molto tenera e lontana dalle dinamiche tossiche spesso presenti nei libri.
Giulia è solare, sorridente e ottimista (anche se non mancano i momenti di difficoltà) e alla fine del libro ti viene voglia di esserlo anche tu o almeno di provarci.
è un libro perfetto per chi ha voglia di evadere un po' ma anche per cui vuole conosce il punto di vista di una ragazza che a 19 anni si è ritrovata da un giorno all'altro in carrozzina
Io questo libro non l'ho capito.
L'ho scelto perché incuriosita dall'autore: un ragazzo che ha lasciato Milano per dedicarsi a un podere in provincia di Salerno. Seguendo la sua avventura sono stata incuriosita dai vari post che ha condiviso sui social e ho quindi deciso di approfondire la sua scrittura leggendo uno dei suoi romanzi.
Arrivata in fondo alle 400 pagine di questo romanzo però, non ho capito cosa voleva lasciarmi l'autore. Le persone in questa storia non fanno altro che urlarsi addosso verità scomode: tutti sono bravissimi a giudicare la vita degli altri, molto meno a guardare se stessi con occhio critico. Ci sono un sacco di lezioni di vita non richieste perlopiù sbraitate che alla fine stordiscono e basta piuttosto che lasciare qualche insegnamento utile. Quando ho chiuso l'ultima pagina ho provato sollievo e non soddisfazione. I personaggi mi hanno stancata più che incuriosita e non mi sono mancati una volta terminata la storia.
Senz'altro è un libro che scorre velocemente e mi ha intrattenuta sotto l'ombrellone; sono dell'idea però che esistano libri migliori, anche da leggere in spiaggia.
Questo libro mi è piaciuto anche se non ho capito perché. È un reportage dove Masneri racconta le cose come se foste a cena insieme. Annoiarsi è difficile ma non impossibile, soprattutto quando entra troppo in storie di persone che non conosci, di cui non hai mai sentito parlare e di cui non ti interessa.
Il libro parla di San Francisco in particolare e della California in generale; parla di ciò che è stata ma soprattutto di ciò che è; delle contraddizioni che riesce a tenere assieme, delle cose che esistono solo qui.
Un po' li ami, un po' li odi, un po' vuoi essere come loro, un po' non te ne frega un cazzo di questi californiani. Però sempre bello fare zoom su un modo di vivere così lontano dal nostro. I capitoli sono corti (va bene così) e leggendoli mi ha ricordato tanto la sensazione di quando mangi le ciliegie: non sono tutte dolcissime però appena ne hai finita una ne prendi subito un'altra.
Mi è venuta voglia di andare in California ? Sicuramente. Ci andrò ? Non credo, perché a quando parte l'unica cosa che mi posso permettere lì sono le tende degli homeless, magari qualcuno che mi ospita nella sua lo trovo anche.
Lo consiglio ? Perché no. Deve fregarti qualcosa della California però, altrimenti meglio un romanzo di Franzen che a quanto pare è ossessionato dall'estinzione degli uccelli.
Ultime recensioni inserite
R: Molto forte, incredibilmente vicino - Jonathan Safran Foer
Il titolo originale di questo libro è ‘*Extremely Loud & Incredibly Close*’; è importante ricordarlo perché suggerisce che quello che Oskar sta cercando sarà: ‘molto rumoroso e incredibilmente vicino’.
Oskar, il bambino di 9 anni protagonista di questo racconto, si mette alla ricerca di Black, signore o signora che sia, affinché possa dargli qualche spiegazione sulla misteriosa chiave trovata all’interno di una busta nello studio di suo papà, morto durante l’attacco alle torri gemelle.
Così lo seguiamo fra i vari distretti di New York non tanto alla ricerca della chiave stessa, quanto più al tentativo di tenere ancora vicino suo padre, di sentirlo ancora accanto a lui.
Questo libro parla di lutto, parla di morte e dei molti modi in cui ciascuno prova a venirci a patti.
Lo stile è davvero particolare e secondo me o lo si ama o lo si odia. Io ho amato ogni singola pagina di questo racconto, specialmente ho apprezzato la capacità di Foer di trasportarti nella mente e nel cuore di questo bambino alla quale non si può fare a meno di affezionarsi.
Preparate i fazzoletti, io vi ho avvisato
Due sirene in un bicchiere - Federica Brunini
Questo libro avrebbe potuto essere un delizioso romanzo di leggere sotto l'ombrellone e invece mi ha lasciata abbastanza indifferente, se non infastidita. Le storie che riguardano i personaggi del romanzo sono molto semplici e alcune abbastanza inverosimili. La cosa che però mi ha infastidita di più è lo stile di scrittura; ci sono delle frasi che risultano fastidiose altri totalmente insensate.
Credo ci siano libri altrettanto adatti ad una lettura spensierata che però siano scritti e ideati meglio.
La felicità è una scelta - Sara Melotti
Io leggo i libri degli influencer. Non di tutti, ovviamente; mi capita però di farlo. Lo faccio perchè mi interessa la loro storia, mi interessa capire da dove sono arrivati e quali sono state le esperienze di vita che li hanno segnati al punto da farli diventare ciò che sono ora. Perchè prima di essere creator sono persone con un vissuto e un passato di cui non so niente.
Il problema dei libri degli influencer però è che queste persone non sono scrittori (nella maggior parte dei casi) e si sente tutto il peso di questo limite in ogni libro che ho letto, anche in questo.
La storia di Sara però è davvero interessante e racconta di come sia passata dal fare la ballerina, poi la fotografa di moda, poi la documentarista. Tutto questo intervallato da amicizie, esperienze, amori tossici, delusioni, fallimenti, violenze, vittorie, successi, soddisfazioni.
Sara viaggia spesso per lavoro e per necessità di andare oltre: da una parte ho sentito invidia e desiderio di fare come lei esplorando in maniera viscerale i posti del mondo, dall'altra vorrei solo urlarle di stare ferma, di sedersi un secondo, di darsi pace.
è stato molto interessante seguirla durante il suo racconto; il capitolo migliore però, secondo me, è quello sui social media dove descrive con sorprendere lucidità tutti i meccanismi disfunzionali e deleteri che purtroppo riguardano questi strumenti.
Non credo che questo libro parli di felicità, credo parli più di autenticità e del coraggio e di tutta la fatica che ci vuole per seguire la propria voce, nonostante tutto.
Prometto che ti darò il mondo - Giulia Lamarca
Lamarca ha una scrittura acerba ma piacevole. Seguirla nelle sue avventure è divertente e interessante.
Ti mostra che le cose si possono fare: non è un racconto al gusto di 'se vuoi, puoi' è più un 'io scelgo di provarci sempre e tentarle tutte'.
La storia tra lei e Andrea è molto tenera e lontana dalle dinamiche tossiche spesso presenti nei libri.
Giulia è solare, sorridente e ottimista (anche se non mancano i momenti di difficoltà) e alla fine del libro ti viene voglia di esserlo anche tu o almeno di provarci.
è un libro perfetto per chi ha voglia di evadere un po' ma anche per cui vuole conosce il punto di vista di una ragazza che a 19 anni si è ritrovata da un giorno all'altro in carrozzina
Il club delle pecore nere - Pierpaolo Mandetta
Io questo libro non l'ho capito.
L'ho scelto perché incuriosita dall'autore: un ragazzo che ha lasciato Milano per dedicarsi a un podere in provincia di Salerno. Seguendo la sua avventura sono stata incuriosita dai vari post che ha condiviso sui social e ho quindi deciso di approfondire la sua scrittura leggendo uno dei suoi romanzi.
Arrivata in fondo alle 400 pagine di questo romanzo però, non ho capito cosa voleva lasciarmi l'autore. Le persone in questa storia non fanno altro che urlarsi addosso verità scomode: tutti sono bravissimi a giudicare la vita degli altri, molto meno a guardare se stessi con occhio critico. Ci sono un sacco di lezioni di vita non richieste perlopiù sbraitate che alla fine stordiscono e basta piuttosto che lasciare qualche insegnamento utile. Quando ho chiuso l'ultima pagina ho provato sollievo e non soddisfazione. I personaggi mi hanno stancata più che incuriosita e non mi sono mancati una volta terminata la storia.
Senz'altro è un libro che scorre velocemente e mi ha intrattenuta sotto l'ombrellone; sono dell'idea però che esistano libri migliori, anche da leggere in spiaggia.
Steve Jobs non abita più qui - Michele Masneri
Questo libro mi è piaciuto anche se non ho capito perché. È un reportage dove Masneri racconta le cose come se foste a cena insieme. Annoiarsi è difficile ma non impossibile, soprattutto quando entra troppo in storie di persone che non conosci, di cui non hai mai sentito parlare e di cui non ti interessa.
Il libro parla di San Francisco in particolare e della California in generale; parla di ciò che è stata ma soprattutto di ciò che è; delle contraddizioni che riesce a tenere assieme, delle cose che esistono solo qui.
Un po' li ami, un po' li odi, un po' vuoi essere come loro, un po' non te ne frega un cazzo di questi californiani. Però sempre bello fare zoom su un modo di vivere così lontano dal nostro. I capitoli sono corti (va bene così) e leggendoli mi ha ricordato tanto la sensazione di quando mangi le ciliegie: non sono tutte dolcissime però appena ne hai finita una ne prendi subito un'altra.
Mi è venuta voglia di andare in California ? Sicuramente. Ci andrò ? Non credo, perché a quando parte l'unica cosa che mi posso permettere lì sono le tende degli homeless, magari qualcuno che mi ospita nella sua lo trovo anche.
Lo consiglio ? Perché no. Deve fregarti qualcosa della California però, altrimenti meglio un romanzo di Franzen che a quanto pare è ossessionato dall'estinzione degli uccelli.