Primo libro che ho letto dalla lista sui miei scaffali "libri adocchiati". È iniziata proprio così: ho notato sullo scaffale la copertina con la figura del tipico Westfalia anni '70. Ho letto il riassunto e mi ha catturata dalle prime righe. Ho divorato queste pagine in 10 giorni e la storia mi ha emozionata moltissimo.
Se dovessi descrivere questa storia con tre parole, direi "avventura", "adrenalina" e "musica".
Questa lettura mi ha presa non solo per la storia in sé, ma anche dalle scene descritte. La scrittura è stata molto scorrevole e semplice: in un batter di ciglio ti ritrovi a leggere la duecentesima pagina.
Lo consiglio per chi ama storie con protagonisti che salgono su un veicolo (che sia uno Chevy Van degli anni '90, o che sia il tipico camper che si vede nei film o un'auto moderna) e qualunque sia la loro posizione sociale, partono all'avventura.
Ho amato questo libro proprio per l'idea: punti il dito a caso sul mappamondo e quella sarà la tua destinazione e il giorno dopo parti per l'ignoto lasciandoti tutti i problemi alle spalle senza nemmeno un avviso.
(Piccolo appunto personale. Mentre leggevo, m'immaginavo in un possibile adattamento cinematografico, Lorenzo Malteni interpretato da Paul Giamatti, Ashley Keiko nel ruolo di Zoe Harris e Morgan Freeman nei panni del nonno Joe. Se ciò dovesse accadere, spero soltanto di sbagliarmi ad aver indovinato l'attore che interpreterà Lorenzo.)
Premetto che è il primo libro che leggo sul mondo dei vampiri. Ho girato l'ultima pagina giusto una settimana fa questo romanzo scritto da Rachel Klein. Sono pagine di diario dove la protagonista – che tra l'altro non viene scritto il nome ma se guardi la trasposizione scopri che si chiama Rebecca – scrive nero su bianco tutti i suoi pensieri, le sue paure, le sue amicizie e le giornate trascorse nel collegio del New England.
È stata una lettura molto cupa e macabra però è stata interessante.
Di chiavi di lettura ne ho trovate due. Una logica e l'altra spirituale (se si può definire tale).
Per la prima, la figura del vampiro non credo esista e sia mai esistita: o meglio sono tutte quelle paure, gioie, desideri (anche quelli più nascosti e proibiti), le trasgressioni che riversiamo in un immaginario alter-ego (nel caso di questo romanzo si tratta di Ernessa).
D'accordo, possiamo dare anche cinque minuti e credere che Ernessa Bloch sia esistita davvero, ergo, dare un'altra chiave di lettura a queste pagine di diario? Io penso di sì.
Da quando Ernessa Bloch (nuova studentessa) arriva al college e fa amicizia con le amiche della protagonista, al contrario di quest'ultima, penso che sia il diavolo che "paralizza" la sua preda e la trasporta negli inferi (ovvero la morte) eliminando che ostacola il suo cammino. Rebecca, come scritto poc'anzi è la protagonista che tiene il diario, è invece la parte del cielo e della salvezza (quindi la vita). Mano a mano che Ernessa si saziava con le vite altrui per arrivare all'unica vera preda che è la migliore amica di Rebecca, ella diventava più forte – un po' come una bilancia che pende dall'una o dall'altra parte ma non è quasi mai ferma –, Rebecca cerca di lottare e salvare la sua migliore amica ma tutti i suoi sforzi si rivelano inutili e, infine stanca, lascia che il corso del tempo faccia la sua parte.
Io dopo aver letto questo diario da settembre a maggio, mi sono posta un paio di domande.
Dato che il padre di Rebecca si è suicidato, perché creare un'altra versione di sé stessi dove viene riversata la propria ribellione e/o infelicità interna e quindi, nel 'romanzo' è la protagonista stessa che uccide la sua migliore amica (Lucy Blane)? È come se volesse colmare una mancanza. Qual è questa lacuna che negli anni addietro non ha avuto?
Anche se è una lettura cupa, è stata comunque interessante la storia non mi ha presa particolarmente.
Il motivo per il quale ho voluto leggere il libro è perché ho già visto in precedenza il film (del 2011 con Lily Cole nel ruolo di Ernessa) e, oltre a qualche differenza, l'avevo messo nella lista dei libri d leggere.
Bah... la trama non è da cestinare... ma, fatìco a credere che sia un prodotto della Disney quando sappiamo benissimo che quest'ultima ha sfornato opere e capolavori come Il Re Leone, Dumbo, Bambi, Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, la Bella Addormentata e mi potrei dilungare ma mi fermo qui: personalmente reputo gli anni d'oro della Disney.
Carino ma personalmente l'autore ha scelto il titolo sbagliato.
Ho sentito (letto dal bravissimo Neri Marcorè), questo primo capitolo della serie "Diario di una schiappa", racconta le vicende di questo Greg alle prese con i compagni di scuola, la famiglia e la vita di tutti i giorni. Andando avanti con la storia ti accorgi che il protagonista non è un vero disastro (come giustamente potresti pensare dal titolo) è solamente tonto.
Sequel del libro "Non chiamarmi strega". Anche in questo caso il libro mi è piaciuto (quasi quanto il primo) e l'ho letto in poco più di una settimana (finito ieri).
Questo volume è strutturato in tre parti. Per i primi sei capitoli il racconto è scritto dalla parte di Lucetta dove la vediamo qui cresciuta ed è diventata madre – se avete letto il primo volume, l'ultima parola che l'autrice scrive è "Zeno." – e insieme a lui ha dato alla luce una bimba che si chiama Franchetta. , dal settimo capitolo e per tutta una buona parte di libro la storia viene narrata da parte di sua figlia dove percorriamo gli anni della sua gioventù (da quando conosce Devina una nuova – e forse l'unica – amica, alla sua prima fuga, ai primi litigi, i primi amori ecc...); l'ultimo capitolo (il trentunesimo) è dedicato alla sua amica Devina, figlia di Bessie.
Come scritto poc'anzi, questo secondo libro mi ha rapita in quanto mi è piaciuta la storia in sé, come si sono evoluti i fatti narrati (ad eccezion fatta per il concetto di come si concepisce un figlio – sappiamo tutti come – ma su questo motivo lo si può benissimo superare con la frase del "facciamo finta che..." ).
Difficile dire quale sia il mio personaggio preferito: mi piacciono tutti e sono stati ben caratterizzati. (L'unica cosa è che da un certo capitolo aggiunge, quasi in contemporanea, una decina di personaggi alla storia e ho avuto modo di "assimilare" solo qualche capitolo più avanti.)
Ammetto che non mi dispiacerebbe se si dovesse trasporre per il grande (o anche piccolo) schermo.
"Non chiamarmi strega" è un racconto di Sabina Colloredo. Narra la storia di Lucetta, dal momento che nasce – attimo del quale ricorda bene – sino alla sua prima fase della vecchiaia.
Questo racconto è stato scritto in un modo (e con un linguaggio) molto semplice però la storia in sé non l'ho trovata banale. Voglio dire: ad ogni pagina che voltavo, seguivo immaginando la scena che l'autrice stava descrivendo e al contempo mi figuravo già la scena successiva. Se quest'ultima si rivela per ciò che ho pensato, allora per me è una storia che può definirsi "banale".
Questo libro mi ha incuriosita in quanto nei suggerimenti sul sito di Libraccio, cercando un altro libro, mi ha proposto questo titolo. Io ho "colto la palla al balzo" e l'ho inserito nella lista dei libri da leggere nel mese di ottobre. Infatti, mi sono fatta guidare dalla sua scelta e aveva ragione. È stata una lettura molto gradevole: ho iniziato e finito il libro in quattro giorni. L'autrice ha inserito la sua storia ambientandola in principio ad Albenga (provincia di Savona), poi a Triora (provincia di Imperia) entrambe in Liguria e successivamente facendo compiere ai personaggi un lungo viaggio sino alla Germania di Lutero agli inizi del Cinquecento.
Per quanto riguarda i personaggi ho adorato la protagonista Lucetta e posso dire che mi ci sono un pochino rivista in lei: ribelle e determinata; Melusina, con le sue cure a base di erbe, infusi, minestre, unguenti e con i suoi andirivieni dalle serate fatte di sabba, danze intorno al fuoco con tanto di occhi cerchiati di nero che sembra un panda; Erika, nata a una decina di anni di distanza dalla primogenita destinata a diventare una Dama – non di corte – e l'ultima a venire al mondo è stata Serafina (del quale Melusina non dà molta importanza).
Molto carini i disegni che fanno da testata ad ogni capitolo.
Che dire… È una storia che fa riflettere. Tocca sicuramente la tematica della relazione genitore-figlio, in questo caso tra mamma Melusina e figlia Lucetta, in quanto quest'ultima essendo una sorta di ombra della madre vuole avere un'identità e capire cosa vuole fare nella vita.
Questo libro lo consiglio a tutti coloro che hanno un rapporto difficile col proprio genitore e per avere una lettura molto semplice, veloce e un po' stregonesca.
Non mi dispiacerebbe se un giorno si dovesse trasporre, dalle pagine del libro fino al grande schermo, questo piccolo romanzo.
Prima trilogia che ho letto dopo aver visto la trasposizione su pellicola. Il motivo principale era dato dal fatto che il film mi è piaciuto molto e volevo saperne di più. Perciò ho deciso di leggermi tutta la saga.
Questa trilogia si incentra sui viaggi nel tempo. La protagonista di questo racconto è Gwendolyn Shephard, l'ultima di dodici ad avere il gene – del quale pende anche una profezia – di trasmigrare indietro nel tempo (ovvero, materializzarsi col corpo in un'altra epoca).
Che dire. L'ho letto quasi tutto d'un fiato: mi piace lo stile di scrittura veloce e semplice. Sia nella trasposizione che sul cartaceo non mi sono sentita delusa in quanto ho letto quest'ultimo come se fosse una versione un pochino alternativa del film.
Avendo visto tutti e tre i film – dato che mi sono piaciuti tantissimo –, ho chiesto in prestito i primi due volumi.
Sul libro mi è piaciuto il fatto che tra un capitolo e l'altro l'autrice inserisce ad esempio una "mappa" dei dodici trasmigratori del tempo e le relative gemme, o ad esempio un 'estratto' dal libro "Annali dei Guardiani", o per esempio la genealogia dei viaggiatori nel ramo maschile e femminile, eccetera eccetera in modo tale da farti comprendere meglio la storia. Tra un volume e l'altro è presente, come nei tre film, il prologo e l'epilogo.
Insomma, è stata una lettura molto bella e credo di andare avanti a leggere altro dell'autrice. Lo consiglio a tutti coloro che amano il genere fantasy e i viaggi nel tempo.
Film molto bello che tratta un argomento non da poco: i continui danni delle multinazionali e il controllo dei politici che hanno su di esse e sull'informazione attraverso i quotidiani e i telegiornali.
Le inquadrature non hanno quella pesantezza e ti fanno venir la voglia di voltarti a guardare l'orologio e farti dire "ma quando finisce questa pellicola?".
Trovo originale l'idea di far apparire la colonna sonora come suonatori e cori in carne ed ossa all'interno delle scene.
Grandissima la scelta del regista che ha avuto per far abbattere il drone e di far nascondere Halla sotto il bestiame nel furgone del cugino.
Ottimo il doppiaggio in italiano: non è semplice pronunciare la doppia "L" islandese. Molto bravi i doppiatori.
Io ho guardato questo film e ho recepito un messaggio di denuncia ― probabilmente oltre alla critica ― verso il sistema delle multinazionali che s'impadroniscono del pianeta.
Lo acquisto.
Grazie.
Girato interamente in Inghilterra (eccetto le riprese effettuate in Scozia per la parte dell'hotel dove Evie avrebbe dovuto leggere le poesie di Shakespeare), la trama in sé l'ho trovata abbastanza banale: una volta che viene detto che Evie (interpretata da Julie Walters) è stata un'attrice di successo, hai già capito cosa accadrà nella scena che sta per arrivare e i risvolti successivi.
Anche se è un film dalla storia molto intuitiva e semplice, a mio parere, l'ho trovata carina e leggera.
Pellicola di Jeremy Brock con gli attori Ruper Grint e Julie Walters (che hanno recitato rispettivamente nelle parti di Ron e Molly Weasley nell'ormai iconica saga di Harry Potter). Molto bravi gli attori principali e secondari. Scene panoramiche bellissime: sanno farti catapultare nel posto in un batter di ciglio anche se sei seduto comodo in poltrona: è un altro modo di viaggiare.
Libri adocchiati (40): Libri che ho visto di sfuggita – ovvero che dalla copertina hanno catturato la mia attenzione – e che possono essere interessanti da leggere.
[Hogwarts] Biblioteca (8): Libri della biblioteca menzionati nella lista dei volumi che ogni mago deve possedere per entrare a far parte nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
Ultime recensioni inserite
Ora che ho incontrato te - Rosario Pellecchia
Primo libro che ho letto dalla lista sui miei scaffali "libri adocchiati". È iniziata proprio così: ho notato sullo scaffale la copertina con la figura del tipico Westfalia anni '70. Ho letto il riassunto e mi ha catturata dalle prime righe. Ho divorato queste pagine in 10 giorni e la storia mi ha emozionata moltissimo.
Se dovessi descrivere questa storia con tre parole, direi "avventura", "adrenalina" e "musica".
Questa lettura mi ha presa non solo per la storia in sé, ma anche dalle scene descritte. La scrittura è stata molto scorrevole e semplice: in un batter di ciglio ti ritrovi a leggere la duecentesima pagina.
Lo consiglio per chi ama storie con protagonisti che salgono su un veicolo (che sia uno Chevy Van degli anni '90, o che sia il tipico camper che si vede nei film o un'auto moderna) e qualunque sia la loro posizione sociale, partono all'avventura.
Ho amato questo libro proprio per l'idea: punti il dito a caso sul mappamondo e quella sarà la tua destinazione e il giorno dopo parti per l'ignoto lasciandoti tutti i problemi alle spalle senza nemmeno un avviso.
(Piccolo appunto personale. Mentre leggevo, m'immaginavo in un possibile adattamento cinematografico, Lorenzo Malteni interpretato da Paul Giamatti, Ashley Keiko nel ruolo di Zoe Harris e Morgan Freeman nei panni del nonno Joe. Se ciò dovesse accadere, spero soltanto di sbagliarmi ad aver indovinato l'attore che interpreterà Lorenzo.)
I diari della falena - Rachel Klein
Premetto che è il primo libro che leggo sul mondo dei vampiri. Ho girato l'ultima pagina giusto una settimana fa questo romanzo scritto da Rachel Klein. Sono pagine di diario dove la protagonista – che tra l'altro non viene scritto il nome ma se guardi la trasposizione scopri che si chiama Rebecca – scrive nero su bianco tutti i suoi pensieri, le sue paure, le sue amicizie e le giornate trascorse nel collegio del New England.
È stata una lettura molto cupa e macabra però è stata interessante.
Di chiavi di lettura ne ho trovate due. Una logica e l'altra spirituale (se si può definire tale).
Per la prima, la figura del vampiro non credo esista e sia mai esistita: o meglio sono tutte quelle paure, gioie, desideri (anche quelli più nascosti e proibiti), le trasgressioni che riversiamo in un immaginario alter-ego (nel caso di questo romanzo si tratta di Ernessa).
D'accordo, possiamo dare anche cinque minuti e credere che Ernessa Bloch sia esistita davvero, ergo, dare un'altra chiave di lettura a queste pagine di diario? Io penso di sì.
Da quando Ernessa Bloch (nuova studentessa) arriva al college e fa amicizia con le amiche della protagonista, al contrario di quest'ultima, penso che sia il diavolo che "paralizza" la sua preda e la trasporta negli inferi (ovvero la morte) eliminando che ostacola il suo cammino. Rebecca, come scritto poc'anzi è la protagonista che tiene il diario, è invece la parte del cielo e della salvezza (quindi la vita). Mano a mano che Ernessa si saziava con le vite altrui per arrivare all'unica vera preda che è la migliore amica di Rebecca, ella diventava più forte – un po' come una bilancia che pende dall'una o dall'altra parte ma non è quasi mai ferma –, Rebecca cerca di lottare e salvare la sua migliore amica ma tutti i suoi sforzi si rivelano inutili e, infine stanca, lascia che il corso del tempo faccia la sua parte.
Io dopo aver letto questo diario da settembre a maggio, mi sono posta un paio di domande.
Dato che il padre di Rebecca si è suicidato, perché creare un'altra versione di sé stessi dove viene riversata la propria ribellione e/o infelicità interna e quindi, nel 'romanzo' è la protagonista stessa che uccide la sua migliore amica (Lucy Blane)? È come se volesse colmare una mancanza. Qual è questa lacuna che negli anni addietro non ha avuto?
Anche se è una lettura cupa, è stata comunque interessante la storia non mi ha presa particolarmente.
Il motivo per il quale ho voluto leggere il libro è perché ho già visto in precedenza il film (del 2011 con Lily Cole nel ruolo di Ernessa) e, oltre a qualche differenza, l'avevo messo nella lista dei libri d leggere.
Taron e la pentola magica - [regia di Ted Berman e Richard Rich]
Bah... la trama non è da cestinare... ma, fatìco a credere che sia un prodotto della Disney quando sappiamo benissimo che quest'ultima ha sfornato opere e capolavori come Il Re Leone, Dumbo, Bambi, Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, la Bella Addormentata e mi potrei dilungare ma mi fermo qui: personalmente reputo gli anni d'oro della Disney.
Diario di una schiappa - Jeff Kinney
Carino ma personalmente l'autore ha scelto il titolo sbagliato.
Ho sentito (letto dal bravissimo Neri Marcorè), questo primo capitolo della serie "Diario di una schiappa", racconta le vicende di questo Greg alle prese con i compagni di scuola, la famiglia e la vita di tutti i giorni. Andando avanti con la storia ti accorgi che il protagonista non è un vero disastro (come giustamente potresti pensare dal titolo) è solamente tonto.
Quando diventammo streghe - Sabina Colloredo
Sequel del libro "Non chiamarmi strega". Anche in questo caso il libro mi è piaciuto (quasi quanto il primo) e l'ho letto in poco più di una settimana (finito ieri).
Questo volume è strutturato in tre parti. Per i primi sei capitoli il racconto è scritto dalla parte di Lucetta dove la vediamo qui cresciuta ed è diventata madre – se avete letto il primo volume, l'ultima parola che l'autrice scrive è "Zeno." – e insieme a lui ha dato alla luce una bimba che si chiama Franchetta. , dal settimo capitolo e per tutta una buona parte di libro la storia viene narrata da parte di sua figlia dove percorriamo gli anni della sua gioventù (da quando conosce Devina una nuova – e forse l'unica – amica, alla sua prima fuga, ai primi litigi, i primi amori ecc...); l'ultimo capitolo (il trentunesimo) è dedicato alla sua amica Devina, figlia di Bessie.
Come scritto poc'anzi, questo secondo libro mi ha rapita in quanto mi è piaciuta la storia in sé, come si sono evoluti i fatti narrati (ad eccezion fatta per il concetto di come si concepisce un figlio – sappiamo tutti come – ma su questo motivo lo si può benissimo superare con la frase del "facciamo finta che..." ).
Difficile dire quale sia il mio personaggio preferito: mi piacciono tutti e sono stati ben caratterizzati. (L'unica cosa è che da un certo capitolo aggiunge, quasi in contemporanea, una decina di personaggi alla storia e ho avuto modo di "assimilare" solo qualche capitolo più avanti.)
Ammetto che non mi dispiacerebbe se si dovesse trasporre per il grande (o anche piccolo) schermo.
Non chiamarmi strega - Sabina Colloredo
"Non chiamarmi strega" è un racconto di Sabina Colloredo. Narra la storia di Lucetta, dal momento che nasce – attimo del quale ricorda bene – sino alla sua prima fase della vecchiaia.
Questo racconto è stato scritto in un modo (e con un linguaggio) molto semplice però la storia in sé non l'ho trovata banale. Voglio dire: ad ogni pagina che voltavo, seguivo immaginando la scena che l'autrice stava descrivendo e al contempo mi figuravo già la scena successiva. Se quest'ultima si rivela per ciò che ho pensato, allora per me è una storia che può definirsi "banale".
Questo libro mi ha incuriosita in quanto nei suggerimenti sul sito di Libraccio, cercando un altro libro, mi ha proposto questo titolo. Io ho "colto la palla al balzo" e l'ho inserito nella lista dei libri da leggere nel mese di ottobre. Infatti, mi sono fatta guidare dalla sua scelta e aveva ragione. È stata una lettura molto gradevole: ho iniziato e finito il libro in quattro giorni. L'autrice ha inserito la sua storia ambientandola in principio ad Albenga (provincia di Savona), poi a Triora (provincia di Imperia) entrambe in Liguria e successivamente facendo compiere ai personaggi un lungo viaggio sino alla Germania di Lutero agli inizi del Cinquecento.
Per quanto riguarda i personaggi ho adorato la protagonista Lucetta e posso dire che mi ci sono un pochino rivista in lei: ribelle e determinata; Melusina, con le sue cure a base di erbe, infusi, minestre, unguenti e con i suoi andirivieni dalle serate fatte di sabba, danze intorno al fuoco con tanto di occhi cerchiati di nero che sembra un panda; Erika, nata a una decina di anni di distanza dalla primogenita destinata a diventare una Dama – non di corte – e l'ultima a venire al mondo è stata Serafina (del quale Melusina non dà molta importanza).
Molto carini i disegni che fanno da testata ad ogni capitolo.
Che dire… È una storia che fa riflettere. Tocca sicuramente la tematica della relazione genitore-figlio, in questo caso tra mamma Melusina e figlia Lucetta, in quanto quest'ultima essendo una sorta di ombra della madre vuole avere un'identità e capire cosa vuole fare nella vita.
Questo libro lo consiglio a tutti coloro che hanno un rapporto difficile col proprio genitore e per avere una lettura molto semplice, veloce e un po' stregonesca.
Non mi dispiacerebbe se un giorno si dovesse trasporre, dalle pagine del libro fino al grande schermo, questo piccolo romanzo.
Red - Kerstin Gier
Prima trilogia che ho letto dopo aver visto la trasposizione su pellicola. Il motivo principale era dato dal fatto che il film mi è piaciuto molto e volevo saperne di più. Perciò ho deciso di leggermi tutta la saga.
Questa trilogia si incentra sui viaggi nel tempo. La protagonista di questo racconto è Gwendolyn Shephard, l'ultima di dodici ad avere il gene – del quale pende anche una profezia – di trasmigrare indietro nel tempo (ovvero, materializzarsi col corpo in un'altra epoca).
Che dire. L'ho letto quasi tutto d'un fiato: mi piace lo stile di scrittura veloce e semplice. Sia nella trasposizione che sul cartaceo non mi sono sentita delusa in quanto ho letto quest'ultimo come se fosse una versione un pochino alternativa del film.
Avendo visto tutti e tre i film – dato che mi sono piaciuti tantissimo –, ho chiesto in prestito i primi due volumi.
Sul libro mi è piaciuto il fatto che tra un capitolo e l'altro l'autrice inserisce ad esempio una "mappa" dei dodici trasmigratori del tempo e le relative gemme, o ad esempio un 'estratto' dal libro "Annali dei Guardiani", o per esempio la genealogia dei viaggiatori nel ramo maschile e femminile, eccetera eccetera in modo tale da farti comprendere meglio la storia. Tra un volume e l'altro è presente, come nei tre film, il prologo e l'epilogo.
Insomma, è stata una lettura molto bella e credo di andare avanti a leggere altro dell'autrice. Lo consiglio a tutti coloro che amano il genere fantasy e i viaggi nel tempo.
R: La donna elettrica - un film di Benedikt Erlingsson
Film molto bello che tratta un argomento non da poco: i continui danni delle multinazionali e il controllo dei politici che hanno su di esse e sull'informazione attraverso i quotidiani e i telegiornali.
Le inquadrature non hanno quella pesantezza e ti fanno venir la voglia di voltarti a guardare l'orologio e farti dire "ma quando finisce questa pellicola?".
Trovo originale l'idea di far apparire la colonna sonora come suonatori e cori in carne ed ossa all'interno delle scene.
Grandissima la scelta del regista che ha avuto per far abbattere il drone e di far nascondere Halla sotto il bestiame nel furgone del cugino.
Ottimo il doppiaggio in italiano: non è semplice pronunciare la doppia "L" islandese. Molto bravi i doppiatori.
Io ho guardato questo film e ho recepito un messaggio di denuncia ― probabilmente oltre alla critica ― verso il sistema delle multinazionali che s'impadroniscono del pianeta.
Lo acquisto.
Grazie.
In viaggio con Evie - un film di Jeremy Brock
Girato interamente in Inghilterra (eccetto le riprese effettuate in Scozia per la parte dell'hotel dove Evie avrebbe dovuto leggere le poesie di Shakespeare), la trama in sé l'ho trovata abbastanza banale: una volta che viene detto che Evie (interpretata da Julie Walters) è stata un'attrice di successo, hai già capito cosa accadrà nella scena che sta per arrivare e i risvolti successivi.
Anche se è un film dalla storia molto intuitiva e semplice, a mio parere, l'ho trovata carina e leggera.
Pellicola di Jeremy Brock con gli attori Ruper Grint e Julie Walters (che hanno recitato rispettivamente nelle parti di Ron e Molly Weasley nell'ormai iconica saga di Harry Potter). Molto bravi gli attori principali e secondari. Scene panoramiche bellissime: sanno farti catapultare nel posto in un batter di ciglio anche se sei seduto comodo in poltrona: è un altro modo di viaggiare.